Marco Simeoli, dalla regia per raccontare San Francesco di Paola

Il regista ritorna al Rendano per il nuovo progetto sul Patrono calabrese.

Il clima al Rendano in questi giorni è in forte fermento. Aumenta, ora dopo ora, l’attesa per il debutto sulla storia di San Francesco di Paola, uno dei Santi più importanti e venerati della Calabria. Lo spettacolo è previsto per il prossimo 2-3 aprile.

Abbiamo raggiunto il regista Marco Simeoli, che con il suo talento sicuramente renderà lo spettacolo suggestivo e unico. Già fortemente apprezzato nei mesi scorsi al Rendano, con lo spettacolo “Libertà tra musica e parole”, Simeoli ora si tuffa in questa nuova avventura.

Cosa significa per lei tornare al teatro Rendano?

Tornare al Teatro Rendano con questo progetto significa per me innanzitutto consolidare un rapporto con una città, un territorio ed un magnifico teatro che ho avuto modo di conoscere in occasione di una serata evento, che ha visto in scena lo spettacolo “Libertà tra musica e parole” con Francesco Castiglione e con quasi un centinaio di persone sul palco tra ballerini musicisti e coristi. Una vera sfida, a quanto pare vinta, per fortuna (sorride).

Adesso vi ritorna in onore di San Francesco.

Una regione, la Calabria, dove ho avuto modo più volte di recitare, ma che adesso mi chiama a raccontare una magnifica storia, quella di San Francesco di Paola e già questo basterebbe: il teatro vive e diventa qualcosa di unico quando hai una storia da raccontare e quella di Francesco di Paola è una bellissima e affascinante storia che copre più di cinquant’anni dalla costruzione dell’ordine fino alla partenza per la Francia.

Emozionato? Cosa dobbiamo aspettarci?

Spero di esserne all’altezza, ma posso già dire che l’ansia ed il timore che mi accompagna sempre in qualsiasi avventura teatrale è già mitigata dal sapere di avere accanto un team di lavoro, creativo e tecnico, di eccellenza a cominciare dal Maestro Francesco Perri. La speranza è che il pubblico calabrese prima (lo spettacolo avrà un debutto al Rendano il 2 e 3 aprile) ed il pubblico italiano poi (già lo spettacolo sta attirando altri teatri e città) possa essere catturato e vivere con passione questo racconto che comunque riguarda tutto il nostro paese per l’importanza di questo santo: possa emozionarsi ed anche sorridere perché la forza del teatro sta proprio nel combinare insieme questi elementi, dramma ed ironia, combinazione che rende il teatro, sinonimo di finzione, simile alla vita ed ai suoi perenni contrasti.