Cultura
Massimo Granieri si racconta: un libro-esperienza tra vocazione e musica
La musica rock accolta da ‘cuori puri’ può essere una via che conduce a Dio
“Un’anima in tensione che sta imparando a volare, legata alla terra per condizione ma determinata a tentare. Non riesco a distogliere lo sguardo dai cieli che girano in tondo. Muto per la paura e agitato, sono solo uno spiazzato essere terreno. Al di sopra del mondo su un’ala e una preghiera”, queste parole tratte da Learning to fly (Imparando a volare) di David Gilmour dei Floyd, definiscono l’esperienza di chiamata al sacerdozio, raccontata da padre Massimo Granieri nel suo viaggio-libro tra vocazione e musica: “Il vangelo secondo il rock” (Claudiana), volume scritto a due mani con Luca Miele, ha colpito quanti sono giunti, lo scorso 3 gennaio, al Santuario della Madonna della Catena di Laurignano, per ascoltare dalla viva voce dell’autore la bellezza del suo incontro più importante di uomo.
Dalle parole di padre Massimo emerge emozione per il ricordo di quell’innamoramento, che lo ha portato a scegliere Cristo per la vita, sposandolo nel sacerdozio. Un testo ricco di spiritualità, scandito da continui richiami biblici. Un’anima in tensione quella del giovane bisignanese, oggi padre passionista nel cosentino, che allora si mise con tutte le sue forze e con tutto il suo coraggio, in cerca della luce e che, attraverso le parole e la musica di grandi artisti-poeti rock, ci è riusciuto. Nulla di “stupefacente”, dunque, ma tutto molto umano: di preghiera è il sapore che lascia la lettura di questo “viaggio” verso Dio. Parole ed esperienza intima, che sono nutrite dalla scoperta dell’unica Parola che salva. Un’esperienza spirituale in cui molti, che hanno accolto una vocazione sacerdotale e non, possono riconoscersi.
Abbiamo chiesto ad alcuni dei presenti, quali fossero le motivazioni che li indurrebbero a leggere il libro: “Lo leggerei senza alcun dubbio – dice Roberto – per capire in che modo i diversi artisti citati siano stati influenzati dal Vangelo. E, poi, anche per ‘cambiare’ idea rispetto a chi vuole il rock come musica del ‘diavolo’”. E Fabio aggiunge: “Leggerei il libro per approfondire la innata tensione verso il sacro di artisti che hanno dedicato la loro esperienza a un genere musicale ‘particolare’, che per le caratteristiche potrebbe sembrare, in apparenza, in netta contrapposizione alla propria fede religiosa”. Tra i numerosi curiosi giunti alla presentazione, incrociamo don Antonello Gatto, parroco a Dipignano: “Sì, leggerei lo scritto di Massimo ed è per questa ragione che sono venuto per ascoltarlo questa sera. Le mie motivazioni? Per essere introdotto al mondo della musica rock; per capire quali le assonanze (o le eventuali discordanze) si possono trovare tra questo genere musicale e il Vangelo; per capire come il rock può condurmi alla scoperta della fede!”.
Al tavolo dei relatori un tris di tutto rispetto: l’arcivescovo di Cosenza, mons. Francesco Nolè, il procuratore della Repubblica, Mario Spagnuolo che ha raccontato della sua passione per questo genere musicale sin dalla giovanissima età e il direttore IRC Cosenza, Rodolfo Luciani. Ognuno di loro ha commentato il libro a partire dalla propria esperienza personale nei confronti dei temi affrontati da Granieri e Miele. “Dio quando sceglie qualcuno per il sacerdozio – ha affermato monsignor Nolè – sceglie chi ha più bisogno fra di noi della sua presenza; a volte, il Signore fa degli ‘scherzi’: chiama al sacerdozio proprio chi ‘nessuno s’immaginava’ potesse essere scelto da Lui e su di lui scrive un nuovo progetto. Se lo ascolta e lo si segue, si darà risposta positiva alla Sua chiamata e si cambierà direzione: Massimo non ha cambiato direzione solo il giorno in cui il frate gli ha donato la Bibbia – come si legge nel libro. Il Signore semina nel cuore di ogni uomo ciò che vuole, i semina Verbi, e trova ogni via per farsi riconoscere. E Massimo ha saputo riconoscere i semi della Parola nelle parole di artisti, che non ‘godono di una particolare stima’ da parte di chi non conosce profondamente il genere. Invece, l’esperienza umana raccontata, arricchisce e conferma il valore del suo servizio di confessore e di guida spirituale dei professori di religione in diocesi”.
La musica rock, liberata da ogni pregiudizio e se ascoltata da ‘cuori puri’, in tensione verso in l’Alto, come ogni altra forma d’arte, può essere via che conduce a Cristo purché ci si lasci guidare da una stella alla maniera dei Magi, sino ad arrivare alla bellezza dell’incontro con Dio.