Mattarella: “mai come adesso la pace grida la sua urgenza”

Il messaggio di fine anno del capo dello Stato con numerosi riferimenti al Giubileo e alla speranza

Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha avviato il consueto messaggio di fine anno ponendo attenzione al tema delle guerre.
Ha posto il pensiero alle “migliaia di vittime civili delle guerre in corso che turbano le nostre coscienze”, così richiamando i bambini morti al freddo a Gaza e la questione russo ucraina. “Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite, ma mai come adesso la pace grida la sua urgenza. Che il nuovo anno porti vera pace ovunque”.
Facendo riferimento al Giubileo della speranza aperto da papa Francesco, Mattarella ha evidenziato che “quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene. Spetta a noi tramutarla in realtà. C’è bisogno di riorientare la convivenza e il modo di vivere insieme”, in un tempo di divisioni e di “faglie profonde nella società”. Richiamando le “luci e ombre della nostra Italia, il capo dello Stato ha posto l’attenzione sulla sanità, ovvero le” lunghe file di attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita” e si è riferito a quanti rinunciano alle cure perché impossibilitati.
Pur guardando con favore ai dati dull’occupazione, Mattarella ha definito “aree di precarietà, salari bassi, lavoratori in cassa integrazione”, e ancora il “pericolo di abbandono delle aree interne e montane”. Ha poi posto l’accento sui giovani e le dipendenze, sul rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora, citando ancora l’orizzonte della speranza, anche collettiva.