Mediterraneo frontiera di pace

CEI - Si apre a Firenze l'incontro dei sindaci e dei Vescovi (Mediterraneo 2)

Come negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, in piena Guerra fredda e mentre era in corso il conflitto Franco-Algerino, Firenze potrebbe tornare al centro delle speranze di pace. Allora fu Giorgio La Pira a convocare i sindaci delle Città capitali (1955), e poi i Colloqui del Mediterraneo (il primo nel 1958), quello che lui amava chiamare «il lago di Tiberiade allargato». Questa volta i venti di guerra soffiano nell’est Europa, tra l’Ucraina e la Russia di Putin, proprio mentre a Firenze tornano a riunirsi, in due incontri diversi ma contemporanei, i vescovi e i sindaci del Mediterraneo. Un incontro, il primo, voluto dal presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, come eredità del primo incontro tenutosi a Bari due anni fa. Anche allora Bassetti e molti dei presenti richiamarono più volte La Pira e la scelta di Firenze è la logica conseguenza, così come il titolo: “Mediterraneo Frontiera di pace”. Il secondo convegno, quello dei sindaci, voluto dal primo cittadino del capoluogo toscano, Dario Nardella, nasce dalla volontà di guardare alla figura del «Sindaco santo» non solo con gli occhi della Chiesa ma anche con quelli laici di chi le città è chiamato a governarle ogni giorno. I due incontri diventeranno una cosa sola sabato, con l’obiettivo di firmare una «Carta comune» di impegni ma anche un appello che arrivi ai così detti potenti della terra. Un appello affinché depongano le armi, pensino a iniziative per il clima e l’ambiente, si adoperino una volta per tutte a stabilire quel clima di fraternità tra tutti i popoli richiamato tante volte da papa Francesco anche nella Fratelli tutti. E sarà proprio il Pontefice a chiudere in Palazzo Vecchio i due incontri con un discorso molto atteso nel Salone dei Cinquecento davanti ai vescovi e ai sindaci del Mediterraneo. Qualcuno potrebbe obiettare che l’Ucraina è lontana ma a questi rispondeva già negli anni Cinquanta lo stesso La Pira secondo il quale il Mediterraneo, grazie al mar Nero, “arriva fino agli Urali e bagna tre continenti e oltre 20 nazioni”.L’attesa per questi incontri è grande perché dalle città possono partire nuove iniziative per la pace e perché oggi proprio papa Francesco è forse l’unico leader davvero riconosciuto da Oriente a Occidente, dal Nord al Sud del pianeta. E allora, nel dare il benvenuto a chi arriva nella «Città sul monte» e sulle rive dell’Arno, fiume che sfocia nel «lago di Tiberiade», ricorriamo ancora una volta le parole di La Pira che, presentando il primo colloquio del 1958, scriveva: «Questo colloquio non si propone di essere un colloquio “accademico”, ma al contrario – e confidiamo che lo sarà – un apporto efficace alla edificazione nel Mediterraneo e nel mondo di una “pace totale”, con Dio e fra le nazioni, che costituisce la più grande speranza dell’umanità». Una speranza che è sempre più viva tra le persone di buona volontà e che risuonerà ancora dalla basilica di Santa Croce a Firenze, alla Messa e all’Angelus.