Meloni, Ventotene, e quel bisogno di pace secondo Camaldoli

A margine della polemica istituzionale dopo le parole del premier

Non entro nel merito del manifesto che, sotterraneamente, da Ventotene, varcò i confini del vecchio continente, all’epoca imprigionato dai totalitarismi.
L’errore di Giorgia Meloni, anzitutto, è stato quello di “citare” stralci del documento decontestualizzandoli, varando un’operazione di tipo quasi fondamentalista. Questo non è intellettualmente onesto, anzi nella lecita dialettica delle diverse sensibilità è come un’azione in fuori gioco.
La storia non si piega ai propri fini contingenti, quasi machiavellicamente, ma è maestra per coglierne i valori più alti e più belli. Questa dovrebbe essere la politica, l’arte zetetica delle virtù radicate nella storia e recate, sia pure in ‘ambienti’ nuovi, nell’oggi.
Di cosa ha bisogno l’Europa qui ed ora? Non certamente di letture ideologiche di un documento scritto col sangue come quello di Ventotene, né di beghe spicciole. L’Europa ha bisogno di pace. Forse la “pace perpetua” di Kant, con tutto il suo carico sovranazionale, è utopia. Lo dice la storia dell’uomo che, in fondo, non riesce a darsi una grundnorm che lo domini e gli garantisca benessere.
E allora, da credenti, la pace che invochiamo è la stessa recata da Cristo risorto, il suo primo saluto ai discepoli impauriti, che non voleva essere solo una speranza per la vita al di là, ma un appello per questa vita, per questa dimensione. ‘Pace’ non si presta a grosse interpretazioni.
È quando i bimbi e le famiglie, gli innocenti, non muoiono per fazzoletti di terreno rivendicati con armi imbracciate. È quando le comunità organizzate, a qualsiasi livello, si adoperano per garantire equilibrio e coesione sociale. Forse, da credenti, per fare dell’arte della polis un esercizio di carità secondo l’insegnamento di papa Montini, potremmo riscoprire anche il codice di Camaldoli, dove si legge l’ideale bello della giustizia, della pace, del bene comune. Può essere una bussola per diventare, con il vangelo, “facitori di pace” e cittadini responsabili.