Messa crismale. Mons. Nolè: “Cambiamo il cuore e convertiamoci a Cristo”

In Cattedrale la celebrazione della Messa Crismale insieme al clero cosentino. Sulle colonne di Parola di Vita il messaggio pasquale di mons. Nolè.

“La Pasqua ci rivela la logica della tenerezza: quella dell’uomo per il suo Signore, rappresentata dalle tante donne che hanno seguito Gesù fin sotto la Croce, e quella del Risorto per l’uomo, facendosi vicino nelle lacrime del sepolcro, nella paura e nella notte del Cenacolo, nello scoraggiamento dei  viandanti di Emmaus”. A scriverlo, nell’editoriale sul numero pasquale del settimanale “Parola di Vita”, l’arcivescovo di Cosenza – Bisignano, monsignor Francesco Nolè. “L’augurio pasquale per la nostra Chiesa vuole essere un augurio di tenerezza che pacifica i cuori, che riporta la serenità negli animi e nella vita” – ha detto il presule -. Il Risorto possa farci fare esperienza della sua Presenza nella notte della paura e del dubbio, facendoci sentire la sua consolante voce che chiama per nome i giovani in cammino, le tante famiglie, i consacrati, quanti lo cercano con cuore sincero”.

Monsignor Nolè, mercoledì pomeriggio, ha presieduto in Cattedrale la Messa del Crisma. La Messa è stata concelebrata da mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo emerito di Cosenza-Bisignano e dai sacerdoti del clero cosentino, in segno di unità, nella celebrazione che fa memoria dell’istituzione del sacerdozio ordinato da parte di Cristo. Nell’omelia, mons. Nolè ha parlato ai sacerdoti: “se siamo rigidi e irritati, se siamo scostanti e infastiditi con le persone, se siamo puntigliosi e rigidi su cose secondarie e banali, se i fedeli devono prenderci con le pinze per timore di essere aggrediti e rimproverati” – ha detto il presule – “se le nostre chiese sono chiuse e se aperte senza sacerdoti disponibili ad accogliere e ad ascoltare le confessioni, non diamo motivo di scandalo e magari qualcuno si allontana per causa nostra?”. Per mons. Nolè, “siamo tutti convinti che non basta trasferire parroci o vicari parrocchiali, sostituire i responsabili di curia, inventare strategie pastorali nuove per rinnovare la diocesi. Solo cambiando il nostro cuore per convertirlo a lui saremo persone nuove, capaci di dare vitalità anche alle strutture e capaci di amare con un cuore di carne modellato su quello di Cristo”.