Migranti, una strage infinita

Solo ieri sono morte 55 persone, di cui 51 trovate ammassate in una stiva. I numeri del 2015 crescono, la politica e l'Europa s'interrogano. Il monito di monsignor Perego: "l'Europa decida se vuole essere l'Europa della solidarietà".

Continuano le stragi di migranti nel Mediterraneo. Ieri ne sono morti 51, trovati nella stiva di un barcone soccorso dalla nave svedese Poseidon. Mancanza di aria, esalazioni del motore, le cause certe del decesso. Per fortuna, altri 569 sono stati salvati, per quella che è una emergenza che sembra non avere fine. Altri 4, poi, sono morti su un gommone. Migliaia e migliaia di persone ieri hanno tentato di raggiungere l’Italia, costrette dall’ennesimo viaggio della vergogna. Intanto, l’emergenza sulla “rotta balcanica” continua. Le immagini tv ci consegnano alla memoria migliaia di persone, uomini, donne, bambini, che tentano di raggiungere la Macedonia e l’Ungheria (lì trovano le resistenze del governo di Orban). Una situazione che si sta facendo ogni giorno più difficile, e che ha riacceso il dibattito politico europeo sulla possibilità di modificare il regolamento di Dublino III per il diritto d’asilo dei profughi.

Intanto, i numeri sono impietosi: nel solo 2015 le persone arrivate in Europa sono state 340 mila; solo nei primi sei mesi del 2015 sono state oltre 400 mila le domande di asilo registrate nella Ue, contro le 660 mila dell’intero 2014. E a questo computo mancano i mesi di luglio e agosto, che hanno fatto registrare un numero eccezionale di sbarchi. La Germania nel 2015 attende 800 mila richieste, mentre dalla terra teutonica si è deciso di sospendere Dublino per i profughi siriani, concedendo loro asilo senza prima sincerarsi se abbiano attraversato uno Stato sicuro come l’Italia. Un gesto di solidarietà che ha avuto un bell’apprezzamento politico.

E di “solidarietà” ha parlato ieri anche monsignor Gian Carlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, chiedendo all’Europa uno scatto in questo senso. “L’abbandono dell’operazione Mare Nostrum e il non coinvolgimento dell’Europa sono aspetti che denunciano tutta la debolezza” – ha detto mons. Perego – che ha stimato “urgente l’azione diplomatica internazionale”. Perego ha chiesto attenzione anche verso quello che sta succedendo in Ungheria, dicendo di aspettarsi “la ferma condanna da parte del Tribunale dei diritti umani”.