Diocesi
Mons. Nolè: Dio ci ama nonostante i nostri tradimenti
L'Arcivescovo ha celebrato la Messa in Coena Domini in Cattedrale. In mattinata, terza visita alla Casa circondariale per il Pastore bruzio per gli auguri pasquali.
“Nonostante il nostro peccato, i nostri fallimenti, le nostre infedeltà, egli ci ama fino alla fine, cioè fino a dare la vita, tutta la vita. Non ci ama un po’, soltanto quando riusciamo a dimostrargli fedeltà, ma nel momento più terribile, quando lo tradiamo, lo rinneghiamo, non gli siamo fedeli, egli ci ama fino in fondo. Ecco cos’è la misericordia”.
In cattedrale è stata celebrata la messa “In Coena Domini” che dà inizio al triduo pasquale. Il padre arcivescovo, Francesco Nolè – che ha presieduto la celebrazione – si è chinato sui giovani della associazione Arcadinoè, compiendo il gesto simbolico e significativo della lavanda dei piedi; lo stesso che fece Gesù verso i suoi discepoli, la sera in cui istituì l’eucarestia, la stessa notte in cui venne tradito. Abbiamo potuto contemplare l’amore totale e incondizionato di Cristo che “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. San Paolo nella prima lettura ci racconta di quella notte: “non una notte di gioia, non di festa, non di riconoscimento della fedeltà dei suoi discepoli che erano stati con lui per tre anni”, ma la notte in cui Cristo veniva rinnegato, ha sottolineato il vescovo. Veramente il Signore ci ama senza limiti e condizioni: “nonostante il nostro peccato, i nostri tradimenti, egli ci ama fino a dare la vita. Non ci ama solo in un momento; solo quando gli dimostriamo fedeltà, ma ci ama fino in fondo anche nel momento in cui lo tradiamo: ecco cos’è la misericordia”. Gesù compie un gesto semplicissimo che è quello di spezzare il pane perché possiamo riscoprire l’importanza di donarci all’altro nella quotidianità; perché possiamo servire anche chi non riteniamo degno del nostro amore: “Addirittura Gesù fa partecipare all’inizio della cena anche chi lo avrebbe tradito e rinnegato e non sarebbe più tornato. Gesù serve anche il traditore. È il colmo della misericordia!”. Il Vescovo ha invitato l’assemblea all’umiltà e al servizio; a non giudicare se non se stessi; e a “uscire” per raggiungere non solo le periferie della città ma quelle esistenziali: “andate non solo nelle periferie della città – ciò è pure importante – ma in quelle dell’esistenza. Entrate in voi stessi, nel vostro cuore perché c’è qualcosa che deve essere ancora purificata. Guardate attorno alle vostre famiglie, alle vostre comunità. C’è gente che si sente giudicata, isolata. Amate tutti!”
Mons. Nolè nella mattinata aveva visitato per la terza volta i detenuti della Casa circondariale di Cosenza. Un’altra occasione per incrociare – come ha ricordato nell’omelia prima della lavanda dei piedi – le storie delle tante persone presenti. Mons. Nolè ha sottolineato anche l’attività pastorale all’interno del carcere, soffermandosi sulle “catechesi del giovedì”, e sulla bellezza “dei volontari, di chi dona un poco del proprio tempo a favore dei detenuti”.