Mons. Nolè e l’annuncio delle buone notizie

Il Vescovo ha parlato al cuore dei giornalisti chiedendo loro di raccontare il bello che c'è nel nostro territorio.

“Vorrei creare con la stampa un rapporto positivo, di collaborazione. C’è tanto da guadagnare. Creare uno stile nuovo, scoprire o riscoprire tutto il positivo che c’è nella nostra società”.

Una premura che nasce dal cuore del Pastore. L’ha espressa ai taccuini riuniti per la conferenza di presentazione della Marcia della Pace il padre Arcivescovo, monsignor Francesco Nolè. Ha approfittato della presenza dei media locali per tendere una mano ancora più forte, per offrirsi come interlocutore e costruttore, insieme ad essi, di un messaggio di pace attraverso la notizia, l’informazione. Attraverso giornali e tv, e tutte le forme nuove di comunicazione della realtà. Perché di questo si tratta, di raccontare quanto accade realmente intorno a noi, e non c’è solo il brutto, solo il malato e lo sporco, il corrotto e l’indecente. C’è tanto di più nei nostri territori, c’è un bene spesso silenzioso che però fa breccia nei cuori, c’è un volontariato diffuso e disinteressato nei luoghi magari più impensabili. Come un carcere, ad esempio. Quelle quattro grandi mura che spesso salgono ai disonori delle cronache per fattacci e misfatti, e che invece ospitano uomini e donne, persone soprattutto, con una loro dignità, con la grande capacità di guardarti negli occhi, di tenderti una mano, di offrirti un sorriso e dialogare con te.

Mons. Nolè tutto questo l’ha sperimentato, proprio intrecciando il suo cammino di Pastore con quello dei detenuti di Paola e di Cosenza, e con chi accanto ad essi cerca di dare per la speranza, per una vita nuova. Oltre ogni indifferenza, costruendo la pace, prima parola del Risorto eppure conquista ancora tutta da realizzare. Da qui l’invito ai media, a chi ogni giorno, grazie all’inchiostro e alla tastiera di un computer, racconta. Racconti anche il bello che c’è. Che c’è “tra la gente” – come a noi – a questi lidi – piace tanto e come cerchiamo di fare. Perché “tra la gente” c’è il seme e l’esperienza del bene, del bello, del buono. “Non è possibile che parliamo solo dei fatti negativi, il nostro compito non è solo di denunciare, quanto di annunciare qualcosa che sia utile, positivo, creativo”. Anche una foto, un articolo, possono fare la differenza”. Solo così, come ci aiuterà a riflettere il Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, la comunicazione sarà feconda quando assumerà lo stile della misericordia.