Diocesi
Mons. Nolè: la Quaresima per un cammino di conversione
L'Arcivescovo ha celebrato in Cattedrale la Messa con il rito dell'imposizione delle ceneri, inizio del tempo quaresimale.
Una Quaresima di sobrietà, nella quale imboccare la strada della conversione, senza apparire ma nella comunione con Dio Amore e accompagnati dall’intercessione della Madre. E’ questa in sintesi la riflessione che monsignor Francesco Nolè ha proposto ai fedeli accorsi nella Cattedrale cosentina per celebrare le Sacre Ceneri, rito con il quale la Chiesa fa iniziare il tempo della Quaresima.
Una Messa ricaduta, quest’anno, all’interno del settenario in onore della Vergine del Pilerio, che venerdì avrà il suo culmine con la festa solenne della patrona cittadina. Pasqua bassa, e Quaresima che ha avuto inizio dopo poche settimane dalla fine del tempo natalizio. Proprio pensando alla Madre di Dio ha iniziato la sua omelia il padre Arcivescovo, particolarmente affidando alla Madonna il cammino quaresimale dei fedeli diocesani. La Messa ha seguito la tradizionale celebrazione della novena (sul numero di questa settimana di Parola di Vita ampio servizio sui giorni di novena).
Commentando i brani delle Scritture, ha evidenziato come “l’elemosina, il digiuno, la penitenza ci debbono servire per la nostra conversione, per rinnovare il nostro stile di vita”. “State attenti a non fare le cose per piacere agli altri, per farvi belli e per farvi dire che siete bravi” – ha proseguito l’Arcivescovo, riflettendo sul Vangelo. “Tutto cio che fate, fatelo perché ne siete convinti e perché avere ricevuto da lui la grazia della conversione”. Questa la parola chiave, che mons. Nolè ha ripetuto più volte nel corso della sua omelia. Conversione e “sincerità del cuore”, perché “il Signore chiede di lacerarsi il cuore e non le vesti”. Un cammino di sobrietà che non può rimanere ancorato al mercoledì delle ceneri o al tempo di Quaresima, ma che trae da esso il percorso della vita rinnovata, trasfigurata. “Il cristiano è colui che guarda lontano e sa che quando fa una penitenza non è solo per oggi, ma per un cambiamento, per uno stile di vita sobrio e per una testimonianza di quella vita che davanti a Dio ha la sua verità”. Inutile squillare le trombe o decantare la propria elemosina o stare ritti nelle sinagoghe, allora, perché – ne è certo l’Arcivescovo – “possiamo imbrogliare gli uomini ma Dio no”.Da qui il messaggio finale, prima di imporre le ceneri ai tanti concelebranti sul presbiterio e consentire ai fedeli di iniziare col significativo gesto la propria personale Quaresima. “Che sia un tempo di conversione e di riconciliazione, di verità della nostra vita, perché mettiamo via l’ipocrisia”.