Diocesi
Mons. Nunnari: la Chiesa di Cosenza accolga i profughi
Il Vescovo emerito ha celebrato l'Eucarestia nella festa della Madonna del Pilerio, affidando la città alla protezione della Vergine. Il pensiero forte all'attualità e al dramma di tanti che fuggono dalle loro terre per trovare ospitalità sui nostri territori.
“Le nostre case siano aperte all’accoglienza, nello spirito che anima ogni intervento di papa Francesco”. non manca l’esortazione di monsignor Salvatore Nunnari, in questi giorni in cui non si fa altro che parlare di accoglienza dei migranti, secondo l’appello del pontefice. Il presule, emerito di Cosenza, ha colto l’occasione della festa liturgica della Madonna del Pilerio, patrona di Cosenza, per intervenire nello spinoso argomento. Lo ha fatto da presidente della celebrazione eucaristica al termine della quale la città e la Chiesa cosentino – bisignanense è stata affidata nuovamente alla sua Patrona. Tanta gente per celebrare la festa liturgica della Natività della Beata Vergine Maria. 8 settembre, quasi un prologo alle attività pastorali della diocesi che dal 4 luglio scorso ha come suo pastore monsignor Francesco Nolè. Amministratore apostolico di Tursi, ancora per qualche settimana, il nuovo arcivescovo era proprio in terra lucana. Anche lì, una festa importante, quella della Patrona, la Madonna di Anglona. Monsignor Nunnari, in principio di omelia, lo ha salutato: “ho accolto con gioia e trepidazione l’invito del nostro Padre Arcivescovo di presiedere questa santa liturgia”. Mons. Nunnari ha sottolineato il lavoro che mons. Nolè sta già compiendo in favore della diocesi di Cosenza, , “con passione e prudenza, arricchendola con le sue doti umane e cristiane”. La festa della Madonna diventa così, per l’emerito, “opportunità felice di incontrare i vostri volti”. Per 9 anni mons. Nunnari ha guidato la Chiesa cosentina, “anni che hanno arricchito la mia vita di cristiano e di Vescovo” – confida candidamente. “Entro con commozione e trepidazione in questa Cattedrale ripensando che un cesello di questa storia l’ho scritto insieme a voi”.Al centro del messaggio del presule, è l’esempio della Vergone Maria, di colei che ha additato ai servitori e ai discepoli di seguire Gesù, come a Cana, alle nozze, quando disse: “qualsiasi cosa vi dica, fatela”. “Il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino è stato possibile grazie all’assistenza e al consiglio della madre”. Entra nel disegno misterioso di Dio, monsignor Nunnari. Lo fa commentando il fiat della vergine a quell’angelo che l’aveva salutata con: “kairè”. Alla stessa Madre di Dio affida la Chiesa di Cosenza, perché sia più aperta, accogliente, soprattutto perché diventi spazio per i giovani. Poi il pensiero all’attualità, al dramma dei profughi, perché la Chiesa di Cosenza “non eriga muri ma costruisca ponti”. Mons. Nunnari ha chiesto “non più famiglie borghesamente chiuse, ma evangelicamente aperte”, e, rivolgendosi alle comunità parrocchiali, ha chiesto che siano “luoghi di accoglienza per i profughi e quanti arrivano nella nostra terra fuggendo da situazioni di guerra e di povertà che minano la loro dignità di uomini. Se si aprono le porte delle nostre parrocchie sarà un bell’esempio, nella gratuità del servizio” . Per questo il presule ha ammonito i fedeli chiedendo che la comunità ecclesiale cosentina possa “riscoprire il vero senso dell’essere cristiani. Non serve dirsi cristiani, bisogna vivere da cristiani. Ancora in riferimento alla ctechesidi papa francesco, mons. Nunnari ha chiesto” una chiesa in uscita, missionaria, che incontri l’uomo soprattutto nelle periferie della nostra citta, dove si consumano tante storie che interpellano la nostra sensibilità ecclesiale”.