Mons. Oliva propone un “Patto per la Locride”

La lettera del vescovo di Locri – Gerace ai sindaci del territorio per affrontare le tante problematiche che l’attanagliano

“Sui problemi non ci si può permettere il lusso di dividersi. La responsabilità amministrativa impone coesione e coraggio, il sapere osare oltre le proprie visioni. Lavorare insieme è un bisogno dettato dall’amore per il proprio popolo”. È quanto scrive mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri – Gerace, in una lettera inviata ai sindaci della Locride. 

Per il presule “lavorare insieme è un bisogno dettato dall’amore per il proprio popolo”. Mons. Oliva ha richiamato alcune problematiche, come “il fenomeno criminale che si alimenta col narcotraffico, l’usura, l’incremento esponenziale delle sale gioco”, sottolineando che “le inchieste della Magistratura e delle Forze dell’ordine dimostrano la recrudescenza del fenomeno criminale”. Così, “in dialogo con alcuni di voi – prosegue – pare imprescindibile un ‘Patto per la Locride’, ove si colgano e si affrontino insieme i problemi comuni più gravi”. Difatti, aggiunge mons. Oliva, “i problemi del vicino sono anche i miei problemi”, e “insieme si lotta per superarli. Insieme ci si sostiene. Insieme si cammina”. Per il vescovo di Locri, “al di là degli schieramenti partitici, i problemi comuni sono tanti e non si possono affrontare in una prospettiva municipale”. Ancora una volta guardando alle esigenze locali, mons. Oliva ha detto che “i problemi che interessano il nostro territorio, quello della viabilità (SS 106 in primis, collegamenti con i territori più interni e collinari, strada statale 682 Jonio-Tirreno), della rete ferroviaria, dello spopolamento dei centri storici, dell’amministrazione della sanità territoriale, della disoccupazione o dell’emigrazione giovanile, possono essere affrontati solo in una visione d’insieme”, ovvero “in una prospettiva che pone questa terra in una comunità più grande”, “La Locride non può essere marginalizzata, terra di periferia penalizzata da uno sviluppo a più velocità”. Per mons. Oliva, “molto dipende da quanti l’abitiamo, dall’amore che abbiamo per essa”. E “soprattutto dalla lungimiranza dei suoi amministratori” che “per amore verso la propria comunità devono mostrare tanto coraggio nel mettere da parte le proprie visioni ed eventuali progetti di fronte alle esigenze del bene più grande dell’intero territorio. La Locride o cammina insieme o non va da nessuna parte!”.