Chiese di Calabria
Mons. Oliverio (Lungro): Una lettera pastorale per l’anniversario del concilio di Nicea
"2025: Un anno di grazia. Cristiani in cammino verso l'Unità guardando a Nicea (325-2025)" il titolo del documento consegnato ieri ai fedeli, al termine dell'assemblea dell'Eparchia. Mons. Oliverio ha esortato a "coltivare una rinnovata riflessione sulla centralità di Cristo nell'esperienza di fede"
“2025: Un anno di grazia. Cristiani in cammino verso l’Unità guardando a Nicea (325-2025)”. Ha questo titolo la lettera pastorale per l’anno 2024-2025 di mons. Donato Oliverio, vescovo di Lungro, consegnata ieri ai fedeli convenuti in Cattedrale per l’Assemblea diocesana. Nel suo scritto il presule ha ripercorso i passi del concilio niceno e i suoi approdi, nonché la ricezione. Ha evidenziato l’importanza dell’assise per la definizione della celebrazione della Pasqua, nonché il rapporto tra Nicea e il cammino ecumenico. Un capitolo è stato dedicato al Sinodo della chiesa in Italia e un altro sul Giubileo del 2025.
Compiendo alcune “proposte per riscoprire Nicea nella vita quotidiana”, mons. Oliverio ha evidenziato che “la professione di fede di Nicea richiama tutti noi ad assumere un senso comunitario e non concepirci come tanti elementi isolati e autoreferenziali”. Dando alcune esortazioni all’Eparchia, il presule ha affermato che “il nostro cammino alla sequela di Cristo ci aiuta a cambiare le nostre vite e a sanare i vizi che abbiamo accumulato, peccati che ormai hanno messo radici nel nostro cuore”. Per questo “lasciamo che Dio curi le nostre ferite, in modo da poter divenire noi annunciatori della misericordia di Dio”. A tal fine mons. Oliverio ha invitato i fedeli affinché “il nostro annuncio di misericordia sia rivolto soprattutto agli ultimi, agli scartati, agli emarginati, ai poveri di questo mondo”. Rivolgendosi a “tutti i battezzati”, il vescovo di Lungro ha richiamato alla necessità di “riscoprire la necessità di parlare di vocazione”. “Guardando alla carenza nell’Europa di vocazioni sacerdotali – ha aggiunto – possiamo dire che la ragione profonda della carenza di vocazioni è la mancanza di fede”. Chiamando i fedeli dell’Eparchia a essere “testimoni di comunione nel mondo”, mons. Oliverio ha esortato a “coltivare una rinnovata riflessione sulla centralità di Cristo nell’esperienza di fede”, a “cogliere le ricchezze spirituali della celebrazione della Pasqua”, “accompagnando tutti i passi che si stanno compiendo per giungere a una celebrazione comune della Pasqua, in uno stesso giorno”, a “farsi costruttori di unità per sconfiggere, con il dialogo divisioni e conflitti”.