Mons. Orofino : “l’umanesimo vero è nell’incontro”

Relazione del Vescovo di Tricarico al Convegno pastorale diocesano in corso All'Auditorium Giovanni Paolo II di Rende. Al centro del messaggio il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze.

“Il Convegno di Firenze si pone nell’ambito degli eventi di attualizzazione del Concilio Vaticano II. Siamo nel contesto di una recezione che va ancora attuata, incarnata, realizzata”. Lo ha detto monsignor Vincenzo Orofino, vescovo di Tricarico, intervenuto a Cosenza al Convegno pastorale diocesano dal tema “Nel nuovo umanesimo una nuova umanità” nell’Auditorium Giovanni Paolo II di Rende. “Il Concilio va letto della riforma nella continuità e non della rottura nella discontinuità”, ha detto il presule, ricordando il valore ecunenico dell’evento che poprio 50 anni fa ha chiuso i battenti. Dal Concilio al documento “Educare all vita buona del Vangelo” dei Vescovi italiani. Mons. Orofino, membro del comitato preparatorio al Convegno di Firenze, ha detto che l’assise ecclesiale “si pone al centro del decennio dedicato all’educazione, e vuole fare una verifica alla fine dei cinque anni a cui siamo stati chiamati a educarci e lanciare i prossimi cinque in cui siamo chiamati a educare”.  Ha parlato di” primo annuncio” alla luce dell’Evangelii Gaudium, leggendo alcuni brani anche della “Christifideles laici” e del magistero di Benedetto XVI. Mons. Orofino ha poi parlato del metodo del convegno di Firenze, che “ha l’obiettivo di dialogare con il mondo”. Per questo “il tema dell’umanesimo è particolarmente felice, al centro c’è l’uomo”  –  ha detto il presule, sottolineando le urgenze attuali quali l”‘accentuazione dell’individualismo, la crisi dell’identità, il calo di fervore, l’educazione religiosa”. Tutto questo – ha detto – “richiede una missione evangelizzatrice a partire da una pastorale vissuta bene”. A lungo il Vescovo di Tricarico si è soffermato sul valore dell pastorale e sull’impegno educativo, non solo dei ragazzi, quanto più degli adulti, nelle relazioni, nell’incontro. “C’è un senso strettissimo tra pastorale e umanesimo”, ha detto mons. Orofino. Parlando dell”umanesimo e della questione antropologica che sarà trattata nel prossimo convegno di Firenze, il Vescovo ha detto che “dalla crisi pastorale deriva la crisi antropologica del tempo moderno”, spiegando che la crisi antropologica consiste nel progressivo affermarsi “di un tipo di uomo non più unito a Cristo”. “L’uomo moderno è in un certo senso sdoppiato, non se la prende nemmeno con Dio, non è proprio interessato a lui, ma basta a se stesso. Si sente onnipotente. Il modello non è più il santo ma l’eroe”. Per mons. Orofino, “il nuovo umanesimo non è una dottrina, una questione filosofica, ma è essere e agire nella via di Dio, è, ecco la trasfigurazione, guardare il mondo con il cuore di Cristo”. Per questo “occorre, con l’Evangelii Gaudium, una conversione pastorale missionaria, dobbiamo camminare. E in questo si inseriscono le cinque vie di Firenze, cinque corsie di un’unica grande autostrada che è l’evangelizzazione”. L’obiettivo della pastorale, per il presule “è incontrare Cristo e accompagnare le persone a questo incontro”. “Il cuore della pastorale sono le persone, ci deve interessare la vita delle persone. Il metodo è sinodale, dell’incontro”. Per realizzare il nuovo umanesimo mons. Orofino ha invitato a “uscire da se stessi, dalle proprie strutture, dalle sacrestie, prendendo l’iniziativa senza aspettare che siano gli altri a cercarci, andando a trovare le pecorelle. Uscire per condividere rapporti di reciprocità e possibilità, di prossimità e fraternità”.