Mostra su Dante pellegrino di Speranza

Dante pellegrino di speranza. Uomini siate, non pecore matte” è il titolo della mostra inaugurata il 12 marzo nel Chiostro di San Salvatore in Lauro a Roma, compresa tra gli eventi culturali del Giubileo. La rassegna, promossa dal Dicastero per l’Evangelizzazione, potrà essere visitata tutti i giorni, con accesso libero e gratuito, fino al 27 aprile. Nata in collaborazione con Centocanti sas, la casa editrice di Franco Nembrini e Deloitte (advisor strategico), raccoglie l’eredità lasciata da un ciclo di tre mostre, allestite tra il 2022 e il 2024 in varie città con l’aiuto dell’associazione culturale “Rivela”, dedicate alle cantiche dantesche e intitolate Il Mio Inferno, Il Mio Purgatorio, Il Mio Paradiso. La nuova retrospettiva, che si giova delle raffigurazioni di Gabriele Dell’Otto, dà ampio spazio ai temi della Speranza e della Misericordia, ripercorrendo le tappe fondamentali del viaggio ultraterreno compiuto da Alighieri nelle tre dimensioni dell’aldilà, con particolare attenzione ai 7 canti più significativi di ciascuna cantica. L’intento è quello di far percepire ai visitatori la trasformazione che, sotto l’influenza della luce divina, subisce il noto poeta che, da peccatore deluso e sfiduciato, diventa un pellegrino in cerca di quella Speranza che solo in Dio può trovare. È un percorso che condensa arte, letteratura e fede, nella consapevolezza che Dante è un esempio per chiunque voglia convertire il proprio cuore. Il Sommo Poeta è “testimone della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo” che, meglio di chiunque altro “ha saputo esprimere, con la bellezza della poesia, la profondità del mistero di Dio e dell’amore” si legge nella Lettera Apostolica “Candor Lucis Aeternae” redatta da Papa Francesco in occasione del 700° anniversario della morte del padre della letteratura italiana. Il fiorentino ci insegna che il destino dell’uomo è legato alle sue scelte e alla sua libertà, in particolar modo a quest’ultima che rappresenta il motore primo per ascendere in cielo e per toccare la felicità. “Dante, nella sua Commedia, propone ai lettori di ogni generazione un personale pellegrinaggio che, da sempre, spinge a compiere con il poeta soprattutto un profondo cammino interiore. La storia del poema dantesco, poi, è ambientata nel 1300, anno del primo Giubileo e, come si sa, moltissimi storici concordano sull’effettiva presenza a Roma di Dante, proprio in occasione del primo Anno santo della storia, testimoniato persino nei versi della Commedia dedicati all’evento. La Mostra aiuterà i visitatori, attraverso la riscoperta di uno dei maggiori capolavori della letteratura italiana, a gustare la bellezza del farsi “Pellegrini di speranza” a partire dai versi di Dante Alighieri” ha riferito S.E. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, incaricato dell’organizzazione del Giubileo 2025. La mostra su Dante coinvolge, in primo luogo, i più giovani che sono gli accompagnatori ufficiali in questo percorso visuale, dal sapore letterario ma profondamente religioso. Raccontano ai visitatori quanto il padre della letteratura italiana sia importante per la loro crescita, e quanto il messaggio contenuto nei suoi versi sia tanto attuale quanto foriero di una nuova esistenza, vissuta sotto la luce della grazie divina. “I nostri giovani, se sfidati da una proposta alta e coinvolgente, sanno ancora muoversi con l’entusiasmo e la baldanza che li caratterizza” ha precisato Nembrini. “L’itinerario di Dante, particolarmente quello illustrato nella Divina Commedia, è davvero il cammino del desiderio, del bisogno profondo e interiore di cambiare la propria vita per poter raggiungere la felicità e così mostrarne la strada a chi si trova, come lui, in una “selva oscura” e ha smarrito “la diritta via”” ricorda Bergoglio sempre nel Candor Lucis Aeternae. Questo itinerario non è utopico ma realistico e può riguardare chiunque, poiché la Misericordia di Dio può aiutare a convertirsi e a ritrovare sé stessi. Nessun’opera più della Commedia, inoltre, si presta ad approfondire il percorso quaresimale in vista della Pasqua, con la consapevolezza che ci si può sempre migliorare se si crede in Colui che ci ha creato. Infine la mostra vuole ricordare l’importanza del mistero dell’Incarnazione, che è il nucleo fondamentale di tutto il poema in cui si realizza la “divinizzazione” o scambio: Dio entra nel mondo facendosi carne, mentre l’uomo con la sua carne può aspirare ad entrare nella dimensione divina.