Navarro su Giovanni Paolo II: la preghiera era il suo respiro. Il colloquio con Parola di Vita.

Portavoce, direttore della Sala Stampa e amico di Giovanni Paolo II per 22 anni

Qual è la peculiarità della santità di Giovanni Paolo II? Qual è l’immagine più eloquente della sua identità? “Qualsiasi immagine che lo ritrae pregando. In lui la preghiera era il bisogno dell’anima. Per noi è respirare, per lui era pregare. Anche nel lavoro, racconta Navarro-Valls, c’era qualcosa che parlava di santità”. A raccontarci la vita e il ministero petrino di Giovanni Paolo II un testimone d’eccezione: Joaquin Navarro Valls, portavoce di Papa Wojtyła per ben 22 anni. Abbiamo avuto il dono e l’occasione di incontrarlo ed ascoltarlo. Restando sulla dimensione lavorativa, in 27 anni di Ponti% cato è stato enorme il lavoro da svolgere. Ma “anche nel lavoro c’era qualcosa di peculiare. Papa Wojtyla non sapeva ” sicamente perdere un minuto e allo stesso tempo non aveva mai fretta. Dalla sua anima sgorgava qualcosa di più profondo”.

Viveva con intensità la risoluzione dei problemi che gli arrivavano dai rapporti. Il suo metodo era studiare i problemi mettendoli a confronto con le grandi verità e tenendo sempre presente le persone: “Quando lui cercava di risolvere quei problemi, teneva ” sicamente nella sua mente la persona o le persone a cui la soluzione di quel problema sarebbe arrivata. Fossero queste persone state in Papua-Nuova Guinea, a Buenos Aires o a Toronto: non risolveva i problemi con la tecnicità, ma si immaginava la persona o le persone che dovevano vivere la decisione che lui avrebbe preso in quel momento”. Un’altra dimensione di questo nuovo santo era l’allegria, la gioia, il buon umore, spiega ancora Navarro-Valls, che ha senza dubbio le sue radici nella santità perché, dice “non si sarebbe spiegato altrimenti vista la gravità dei problemi che a$ rontò e le grandi so$ erenze che provò”. Da qui, la deduzione di una lunga amicizia: “Però, vedendo questo dico: questa allegria non è ” siologica! Non parte da uno stato dell’animo! É piuttosto la decisione, convinta e ragionata, di una persona che veramente crede: ma crede che cosa? Tra l’altro, quelle famose due righe della Bibbia, che sono la prima biogra” a dell’essere umano che esiste: “Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza”. “Pochi giorni fa in un’intervista che ho letto fatta al papa emerito Benedetto XVI – dice il portavoce di Wojtyla – in cui racconta delle nostre conversazioni in Biblioteca, certamente non vi erano al centro temi leggeri, non mancava mai lo spazio del buonumore”. Papa Giovanni Paolo II è anziano, so( erente, col bastone, “quel rostro in viso per tanti anni è stato il tratto distintivo. Quel sorriso che abbiamo visto per tanti anni, è scomparso perchè il Parkinson tende a nasconderlo. Il cardinale Ratzinger viene in visita, lui si sente in obbligo di dire: Santo Padre la trovo bene. Il Papa lo guarda con un viso pieno di ironia e gli dice: crede che non mi vedo in televisione come sono combinato?” Nell’ultima estate in Val d’Aosta, nell’agosto 2004, la situazione del Papa va sempre peggiorando. “Un giorno mi è venuto in mente di dire Santo Padre lei sa cos’è lo Statuto del lavoratore? Lui disse: no, mi spieghi. Lo statuto del lavoratore, in Italia, prevede che il dipendente ha diritto a trenta giorni di vacanze pagate dalla ditta e non 15 giorni come fa lei. Il Papa ” ngendo grande attenzione, ri* ette un po’ e dice: Peccato. Peccato. Peccato. Ma perchè peccato? Perchè io non sono italiano, sono della Città del Vaticano”.

Navarro Valls ci racconta altri aneddoti della vita di Papa Giovanni Paolo II. “Il Santo Padre aveva imposto nel sistema di lavoro di cenare insieme. Era un modo informale e magni” co di lavorare. La sera, prima di andare a cena, lui usciva dal suo studio nel corridoio e passava pochi minuti nella cappella dove si inginocchiava e pregava, anche dopo cena ritornava in cappella e si inginocchiava. Quella sera mi inginocchio insieme a lui, passano 5, 10, 15, 20 minuti e a un certo punto di scatto si alza e mi dice: mi scusi mi ero scordato che lei stava qui. Era “decollato”, stava lì e simultaneamente stava con Qualcun altro”. La montagna era una sua passione ma era anche un bisogno: l’unica possibilità di riposare un poco, di cui lui aveva tanto bisogno. Era magni% co accompagnarlo in queste occasioni. Pregava mentre si camminava. Si pranzava con un panino che portavamo nello zaino. Era tutto così semplice e genuino. Proprio come era lui “Eravamo in Val d’Aosta. Erano trascorsi appena otto giorni dall’intervento chirurgico al colon. Quella mattina mi alzo presto e vedo la guardia un po’ preoccupata. Chiesi spiegazioni. Lui mi disse: alle tre del mattino si è accesa la luce della stanza dove dorme il Papa, tre minuti dopo si è accesa la luce della stanzetta accanto – la piccola cappella che si era improvvisata per quei giorni – e nessuna delle due luci si è spenta per tutta la notte. Eravamo in vacanza!”. E poi i viaggi apostolici e le Giornate Mondiali della Gioventù. “Questo ostinato peregrinare in tutto il mondo sgorgava dalla sua vita interiore. Come un bisogno di cui non poteva né voleva fare a meno. Un giorno mi ha detto: penso con le categorie di un parroco. Una volta la gente andava in chiesa per cercare il prete. Oggi il prete deve andare a cercare le persone”. Era esattamente quello che faceva lui. Con un grande sforzo, anche % sico. E non soltanto negli ultimi anni, quando le forze venivano meno. “Tre anni prima della sua morte, è voluto andare in Azerbaijan. Il numero dei cattolici in quel Paese, ex repubblica sovietica, era esattamente 122. A una mia domanda un poco perplessa lui ha risposto: questi 122 cattolici hanno lo stesso diritto di vedere e pregare con il Papa dei cattolici di Roma a cui basta venire in piazza San Pietro”.

E a quell’epoca, Giovanni Paolo II non poteva nemmeno camminare. Una grande eredità resta al portavoce di Giovanni Paolo II: Navarro Valls. “Penso una grande eredità in molti campi diversi. A livello culturale, la sua originale concezione della persona umana che la modernità, con lo strutturalismo ” loso” co e con il marxismo, aveva appiattito e ridotto a cosa o a primate evoluto. A livello geogra” co, gli incredibili cambiamenti nell’Est europeo che hanno cambiato la vita di molti milioni di persone. A livello umano, ha insegnato a vivere a tutta una generazione che ha imparato anche da lui come convivere con la so$ erenza e trovare in essa un senso. Sono del tutto consapevole di quanto sono in debito con lui. A cominciare dall’aver imparato da lui che l’allegria e il buon umore, in tutte le circostanze dell’esistenza, non dipendono semplicemente da uno stato dell’animo, ma sono il risultato di una ragionevole decisione fondata nella sicurezza che Dio ci ama. E non è poco”

Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Parola di Vita del 1 maggio 2014.