Cultura
Nel cuore della Città da 75 anni
Il progetto originario, curato dall’ingegnere Bernardino Caputo, prevedeva un edificio in stile gotico. Forte sostenitore del progetto fu il vicario generale della curia cosentina, anch’egli legato alla storia di Parola di Vita, don Angelo Sironi.
Il 29 dicembre ricorrerà il settantacinquesimo anniversario dell’istituzione della parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù. Fu con un decreto dell’allora arcivescovo Roberto Nogara che il vasto territorio della parrocchia di San Nicola fu suddiviso in tre porzioni, creando, appunto, due nuove parrocchie: Santa Teresa e Loreto. Facendo riferimento alla toponomastica dell’epoca, a meridione la parrocchia di Santa Teresa si estendeva tra la zona di via Roma e via XXIV maggio; la linea ferroviaria dall’altezza di via Piave fino a via Neghelli ne stabiliva i confini orientali, mentre dall’angolo di via Neghelli e fino a corso Mazzini erano i confini settentrionali. Infine, rientravano nel nuovo territorio parrocchiale anche le contrade di Muoio Piccolo e Grande. Parola di Vita riportò la notizia sul primo numero del 1940. Il 10 gennaio del 1940 prestò giuramento il primo parroco, don Eugenio Romano, che fu anche direttore di Parola di Vita dal 1938. Come parroco di Loreto, invece, fu nominato don Amedeo Panza. L’istituzione della parrocchia di Santa Teresa era una necessità avvertita da tempo dalla comunità. Al 1935, per esempio, risale una lettera indirizzata a Nogara a firma dei “capi di famiglia abitanti nei nuovi quartieri della città” in cui si rilevava che essendo lontani dal centro (a quel tempo il centro era ancora l’attuale Cosenza vecchia), gli abitanti della zona disponevano solo della piccola cappella (tra l’altro sprovvista di tutto e non adatta a sopportare le intemperie) di Santa Teresina (che si trovava nei pressi dell’odierno campetto di calcio) che però non essendo elevata parrocchia “non può soddisfare alle nostre esigenze spirituali”. La storia della parrocchia di Santa Teresa, però, aveva preso avvio più di un decennio prima. La prima pietra, infatti, fu posata il 17 novembre 1928 alla presenza dell’arcivescovo Tommaso Trussoni e di una folla festante. Il progetto originario, curato dall’ingegnere Bernardino Caputo, prevedeva un edificio in stile gotico. Forte sostenitore del progetto fu il vicario generale della curia cosentina, anch’egli legato alla storia di Parola di Vita, don Angelo Sironi. Questi, per diffondere il culto della Santa e per raccogliere i fondi necessari, iniziò, a partire dal numero del 7 maggio 1927, la pubblicazione de “La Santina” come supplemento di Parola di Vita. Dai primi numeri di Pdv del 1929, inoltre, si pubblicò una colonna “Per la Nuova Chiesa di Cosenza nuova” in cui si chiedeva un contributo economico ai lettori. Sul numero del 1 luglio 1929, per esempio, si chiedeva l’offerta di 250 lire corrispondente al costo di un metro cubo di muratura. Contributi alla costruzione della chiesa arrivavano anche dagli Stati Uniti, come il caso di un emigrato a Washington che raccolse una somma da parte dei fedeli calabresi in America. Sironi tuttavia finì per contrarre molti debiti per la costruzione della chiesa. Per risollevare la questione, intervenne monsignor Moscato, che nel 1934, in qualità di amministratore apostolico dell’arcidiocesi nel passaggio tra Trussoni e Nogara, invitò con un comunicato a tutti i fedeli a contribuire con delle offerte. Monsignor Nogara, dopo il suo ingresso, pagò tutti i debiti ma Sironi dovette allontanarsi da Cosenza, perché pare che da vicario generale avrebbe utilizzato i fondi della Curia per pagare qualche debito (Intrieri, “Dalla cronaca del Frugali al 2000”, pag. 157). Accantonato il progetto in stile gotico in favore dell’attuale, la chiesa fu definitivamente completata diverso tempo dopo l’istituzione della parrocchia e oggi con tutte le sue attività, come per esempio l’oratorio per i ragazzi e il pranzo domenicale per i bisognosi, rappresenta un punto di riferimento importante per Cosenza.