Sport
Nel libro di Staine la passione e l’emozione di fare calcio in Presila
L'esperienza personale di Antonio Staine gli ha consentito di fare un tuffo nel panorama calcistico della vasta zona presilana. Storiedi un calcio che fu e di un presente ancora vivo.
Dietro ogni pallone riposto al centro di un campo rettangolare, sono nascoste storie e storielle sullo sport più seguito e amato dalla maggioranza delle persone: il calcio. Che sia il Nou Camp di Barcellona e il fragore della Champions, che sia un campo di terra battuta o irregolare dei paesini dove sopravvive la vita delle tradizioni, il massimo comune denominatore è quella sfera che insacca nella porta delle emozioni. Antonio Staine, dapprima titubante e timoroso, ha afferrato mente e penna lasciandosi trasportare dal tempo del passato proiettato al futuro, narrando le vicende calcistiche della fascia presilana cosentina. Ne è nato il libro “Storia del calcio Presilano, Passione ed emozioni”, disponibile, come precisa l’autore, a titolo gratuito o previo libero contributo perché “ho voluto scrivere questo libro per la gente e donarlo alla comunità”. Il testo si può trovare o attraverso lo scrittore o nei punti di riferimento come cartolerie e qualche edicola di tutti i paesi. Staine affronta la storia di tutti i borghi della valle del Casale, in molti dei quali ha sia giocato e sia allenato.
Staine, come nasce questo libro?
E’ partito dai giovani, ma il vero motivo lo troverete nel libro stesso. Inizialmente ero titubante e timoroso di approcciarmi a questo lavoro a cui ho sempre creduto. Un progetto che ho tenuto gelosamente al segreto”
Quale progetto?
Lasciare una traccia storica perlopiù per le nuove generazioni. Questo è il nesso principale. Non essendo più giovane e non potendo dare il mio contributo sui campi da calcio, di conseguenza, inconsciamente, ho pensato di scrivere e raccontare fatti storici, aneddoti partendo dai lontani 1920/1930 fino ai giorni nostri.
Il libro nasce da una sua esperienza.
Il calcio è stato una grande passione, praticato fin da bambino. Ho giocato con tante squadre, tra cui il Rende dove arrivammo in C2. Ovviamente, quel calcio l’abbiamo portato nella nostra Presila.
Che cos’è il calcio per la Presila?
E’ passione, amore, amore verso il prossimo, in una parola è tutto, è amicizia, stima, è vita. Consente di svolgere una vita sana e corretta. In Presila sono stati dati tutti questi valori. Anche oggi, dove il calcio è meno praticato, continua a potenziare scambi di rapporti sociali. La Presila ha sentito moltissimo il calcio. Nel libro parlo di dodici paesi, e questi, agli albori, tramite il calcio, si sono conosciuti. Una volta, devo dire, si giocava in modo diverso, oggi le squadra federali, ieri solo attraverso tornei o partite singole. Ci si litigava, ma avevamo anche la stima e la correttezza verso l’avversario.
Oggi molti paesi non praticano più il calcio.
Dal 1970 fino al 2000, tutti i paesi erano iscritti ai tornei federali della FIGC. Iniziò la Dinamo Pedace, poi il Celico, il Lappano, il Serra Pedace e via dicendo. Questo ha comportato il confronto con altri paesi della provincia di Cosenza e di tutta la regione. Qualche realtà sono venute meno, eccetto il Serra, i Casali Presilani, perché siamo in un periodo estremamente difficile dal punto di vista economico e, anche, manca l’impegno giusto.
Qual è il metodo utilizzato per il libro?
In alcuni paesi, la storia l’ho vissuta in prima persona. Per quanto riguarda il resto, mi sono avvalso, oltre alla ricerca, di qualche volenteroso collaboratore i quali ringrazio per le informazioni e il materiale fotografico.
Nel libro sono riportati articoli.
Si, di Mario Cimino del giornale Presila Ottanta. Non ho voluto far disperdere quello che l’amico Mario precedentemente aveva costruito.
Nel libro parla dei giovani.
Negli anni ’60-’70 erano tanti i giovani che seguivano il calcio. Al campo eravamo sempre una trentina di persone. Per quanto riguarda le scuole calcio, l’A.C. Serra Pedace aveva pensato ad istituirne una, ma la vera e propria è stata la Vallecupo. Questa esperienza è stata positiva, ha tolto molti ragazzi dalla strada. Il principale autore in questo senso è il professore Renato Miceli.
Il lettore cosa trova nel libro?
Oltre al racconto tecnico-tattico del calcio, può trovare un libro che si inserisce nel contesto sociale, anche, attuale. Ci sono sottocapitoli dove ho fatto dei parallelismi tra il calcio e la politica. Se il primo è fato bene, può dare tanto, anzi, tutto. Se, invece, è corrotto, non diventa una buona cosa. Stesso discorso per il secondo.
Un invito al lettore.
Rivolto a tutti, maggiormente per i giovani. Trovano innovazioni. Scritto in modo semplice. Ci sono i fatti dei propri padri, dei nonni, di varie generazioni passate. Per capire come si viveva e cosa facevano i loro antenati. Pensare che, in una stessa famiglia, ci si litigava aspettando la partita domenicale. Alla fine, comunque, vinceva il calcio fatto per bene, di valori.