Nell’amore del Crocifisso l’alba di un nuovo giorno

Monsignor Nolè ha celebrato la messa nel giorno della festa al Santuario dei Cappuccini

“Lo conosciamo veramente il Crocifisso? Spesso lo usiamo come moda, ma il Cristo è una persona, è il Figlio di Dio che ha dato la sua vita per noi. Non può essere fregio, deve essere un distintivo di appartenenza. Il crocifisso dice l’amore immenso di Dio”. Si fa preghiera e monizione il messaggio di mons. Francesco Nolè. Celebrata a Cosenza la festa del Santissimo Crocifisso. Nel santuario della Riforma, il giorno della festa è stato preceduto dal novenario predicato dai frati cappuccini della provincia di Calabria e da alcuni parroci della diocesi. Ad animarea liturgia i frati novizi, cui mons. Nolé ha additato la strada della perseveranza nella formazione. “Quando si parla della Calabria dal punto di vista geografico, questa regione ha una storia molto lunga, ha tradizioni diverse ma anche grandi potenzialità”, ha evidenziato mons. Nolé. “Per questo dobbiamo lavorare insieme – ha detto richiamando il Papa nella notte del 27 marzo 2020 in piazza San Pietro – perché se lavoriamo da soli non andiamo da nessuna parte”. Insieme, ai primi banchi davanti l’altare, c’erano le massime autorità cittadine, sia politiche che militari.Il messaggio è per tutti i fedeli: “Dobbiamo chiederci a cosa sia servito l’essere stati chiusi a causa della pandemia. Cristo, da figlio di Dio, è venuto a dare la vita per noi. E con lui, in questo anno tanti operatori sanitari, delle forze dell’ordine, anche sacerdoti. Lui è venuto a dare la vita. Noi siamo chiamati a raggiungere l’alba del terzo giorno con la conversione personale e familiare, stabilendo relazioni sincere, vere, non camuffate”. Per questo, alla luce dell’amore, “siamo chiamati a scegliere una vita che non ci renda schiavi del denaro, della malavita”. Il primo maggio scorso, su permesso del Vescovo e delle Autorità competenti, il simulacro del Crocifisso e della vergine Addolorata sono stati recati in procesisone, motorizzata, presso alcuni luoghi simbolici della città, come l’Ospedale civile, la Casa circondariale e la Cattedrale di Cosenza. Momenti di grande emozione soprattutto per il coinvolgimento delle categorie più deboli e fragili della nostra società.