Nero, tutto nero in casa Cosenza. Quale futuro?

La sconfitta prevedibile contro il Pisa, il possibile ritorno di Alvini, ma soprattutto le possibili conseguenze di una situazione simile

Ormai non resta che sperare che il futuro del calcio a Cosenza non sia troppo nero. Ammesso che a Cosenza si sarà ancora una squadra di calcio. Perché questa balorda stagione, precipitata tutta d’un tratto (prima o poi si capirà il perché), rischia di essere l’anticamera dell’ennesimo “fallimento”, per ora tecnico e societario, speriamo non giuridico, con annessa sparizione. Il timore è fondato, se solo si guarda a chi è l’imprenditore fallito: colui che non riesce a far fronte ai propri debiti nei riguardi dei creditori. E qui, dicono i ben informati, di creditori che bussano alle porte di Guarascio ce ne sono tanti, mentre la massa debitoria è cospicua.

Poco vale parlare di calcio. Lo facciamo, per dovere di cronaca e di critica, ma senza troppi stimoli. La sconfitta contro il Pisa (2.300 spettatori di cui 492 pisani) era quasi scontata, vista la differenza tra le due rose. Le proporzioni contano tanto quanto, visto che i toscani, in ampio vantaggio anche di uomini, nella ripresa hanno scelto di “simulare” la partitella in famiglia del giovedì. Dispiace per Tortelli e Belmonte, che pure sono tifosi del Cosenza, ma evidentemente non sono in grado di gestire il peso di una situazione insostenibile. La squadra dimostra con il linguaggio del corpo di essere ormai retrocessa. Le partite hanno il solito copione, con il Cosenza che, preso il primo gol, si scioglie come un gelato nel pieno dell’estate.

Già, l’estate. Quella 2025 rischia molto di tramutarsi nell’ennesima sofferenza, con annessa telenovela anzitutto per capire se la società sarà venduta o meno. Stante la non possibilità di mantenere la serie B, l’unica speranza (perché è difficile pensare che Guarascio si sveni per ripianare i debiti) è un cambio di proprietà in cui il nuovo presidente si accolli la cospicua massa debitoria. Detta così sembra quasi facile, ma ci sarà da fare i conti con i tempi e dunque le scadenze. Le difficoltà in cui versa la lega di serie C sono risapute e ne sono prova gli esempi di Turris, Taranto e Messina. Speriamo che anche l’amministrazione comunale si impegni a trovare soluzioni e lo faccia per tempo.

L’unico modo per tenere in piedi la baracca e rimanere a galla sarebbe stato salvarsi sul campo, ma nulla è stato fatto per raggiungere il traguardo. Né a qualcosa serve un ritorno in panchina di Massimiliano Alvini, l’artefice dei 24 punti conquistati sul campo. Alvini, Belmonte, Tortelli sono solo alibi.
Rimane solo da attendere quando arriverà la retrocessione matematica. Poi si aprirà il tempo delle incognite.

Stadio sporco. Arrivati in tribuna rossa nord, dove sono collocati i giornalisti, abbiamo trovato sporcizia dappertutto. I colombi trovano ricetto sui seggiolini del Marulla. Sembra strano, ma arrivano finanche nei bagni, dove gli escrementi sono l’arredamento abituale. Non pubblichiamo per decenza la foto della tazza del water con un piccolo rametto dentro. La colpa, a proposito, non è dei piccioni, ma di chi non provvede alla pulizia, al decoro, alla manutenzione. Una brutta cartolina per quanti vengono da fuori.