Nessuno si salva da solo, tutto è collegato

Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, interviene sull’Esortazione Apostolica del Santo Padre “Laudate Deum” pubblicata oggi, 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi.Il testo integrale: www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/20231004-laudate-deum.html

Il Pontefice nella Laudate Deum definisce la crisi climatica “una malattia silenziosa che colpisce tutti noi”. “Non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato. Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici”. La Cop28 può essere “un punto di svolta”, ma serve “multilateralismo dal basso”. L’intelligenza artificiale è “un avanzamento” del “paradigma tecnocratico”.

Il cardinale Zuppi Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI è intervenuto a caldo: “Ringraziamo il Santo Padre per averci donato l’Esortazione Apostolica “Laudate Deum” proprio nel giorno di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Il documento è una “campana di allarme” che non solo sottolinea le lentezze del sistema economico mondiale nell’affrontare la crisi ecologica, ma vuole diventare anche una “sveglia” perché tutti insieme, nessuno escluso, ci assumiamo le nostre responsabilità per la cura del creato, dono del Padre Creatore.

Papa Francesco ci invita a guardare con preoccupazione la stagione che stiamo vivendo. Ci sono occasioni mancate come la crisi economica e quella sanitaria del Covid che non abbiamo colto nella loro chiamata a convertirci verso stili di vita più sobri e fraterni. Ogni ritardo ha conseguenze drammatiche, perché genera sofferenze soprattutto per le popolazioni più povere. C’è bisogno di un “pungiglione etico” che mostri la dignità e la grandezza dell’umano.

Due convinzioni animano il cuore di Francesco: “tutto è collegato” e “nessuno si salva da solo”. Le Conferenze delle Parti (COP) per riflettere e prendere decisioni sono appuntamenti con la storia che non possiamo mandare a vuoto. Anche la conversione dei nostri stili di vita può far crescere una cultura ecologica. Le motivazioni che sostengono questo rinnovato impegno sono spirituali. La fede nel Dio Creatore di ogni cosa ci spinge ad abitare le relazioni come dono: «trasforma la vita intera, trasfigura gli obiettivi personali, illumina il rapporto con gli altri e i legami con tutto il creato» (n.61).

Come Chiese in Italia vogliamo fare la nostra parte, consapevoli che «non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali» (n. 70). La stessa tenerezza di Gesù verso tutte le creature ci sostenga e ci faccia condividere il travaglio della creazione che geme e soffre gli effetti del cambiamento climatico in corso.