Territorio
#Nonfaridere. Il video contro ogni pregiudizio razziale in finale al Giffoni Film Festival
Un altro prestigioso successo per #Nonfaridere, il video contro ogni pregiudizio razziale, realizzato da PartecipaAzione in collaborazione con Porta Cenere e il comune di Mendicino
Un altro prestigioso successo per #Nonfaridere, il video contro ogni pregiudizio razziale, realizzato da PartecipaAzione in collaborazione con Porta Cenere e il comune di Mendicino che è arrivato tra i 10 finalisti del Giffoni Film Festival nella sezione School Experience.Oltre all’evidente soddisfazione, che si aggiunge agli altri meritatissimi riconoscimenti ottenuti in seguito alla candidatura in ben venticinque festival internazionali, Vittoria Paradiso – presidente di PartecipAzione Onlus – ci ha raccontato come l’idea di girare questo corto insieme ai minori stranieri non accompagnati ospiti nella struttura sita a Mendicino e ad alcuni operatori, sia nata “proprio durante il primo lockdown con l’intenzione di provare a parlare di altro che non fosse la pandemia”. Nel video, della durata di un minuto con la regia di Mario Massaro e la sceneggiatura di Elisa Ianni Palarchio, si è riusciti a condensare l’importante messaggio di “quanto sia necessario sradicare quei cliché che derubrichiamo come battute, ma che poi vanno ad alimentare una cultura basata su stereotipi razzisti che i ragazzi vivono sulla propria pelle”. Un importante messaggio sociale che è stato molto apprezzato dalla giuria del festival e “soprattutto dai giovani protagonisti del micro short – così come ci ha raccontato ancora Vittoria Paradiso – che hanno avuto la possibilità di esprimere un loro pensiero su quello che avvertono riguardo la terra che li ha accolti, ma che troppo spesso li fa sentire giudicati ed etichettati”. Il corto (visibile su YouTube al seguente link: https://youtu.be/bgF2gYt2Cqo), è stato girato nello scorso mese di giugno, “ed è diventato l’occasione per riallacciare rapporti con i ragazzi dopo il lungo lockdown; un modo divertente per lavorare insieme e dire qualcosa di importante”. In definitiva un tentativo ben riuscito per sensibilizzare non solo gli adolescenti su tematiche socialmente rilevanti insegnando loro quanto un uso scorretto o troppo “leggero” delle parole possa ferire e veicolare messaggi sbagliati.