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Note a margine dell’incontro tra Guarascio e la stampa
Un momento informale per fare chiarezza su quanto sta accadendo in casa rossoblù.
Non mettiamo in dubbio la volontà di non fare casotti da parte del proprietario del Cosenza Eugenio Guarascio. È vero che si è sempre distinto per oculatezza. Il Cosenza in questi anni non ha mai fatto spese pazze.
Ma i casotti che hanno generato il – 4 in classifica e quelle che il patròn ha definito “criticità” ci sono. E a una società di serie B non dovrebbero succedere.
Nell’incontro informale e cortese con la stampa Guarascio ha snocciolato le difficoltà economiche in cui versa l’Europa, l’Italia, questo lembo di Sud. Poi ha detto: “Pensavo che il Cosenza fosse perfetto, invece..”. E ha aggiunto: “non entro in amministrazione..”. Tradotto in soldoni: carta bianca e fiducia massima a qualche fidato dipendente, sorpresa pignoramenti e inadempienze. Questa la versione del proprietario, che – a dire il vero – brilla sempre per un virtuoso ottimismo.
Come se ne esce? Per Guarascio, grazie alla “nuova organizzazione” che la società si è data, con un amministratore unico e lo staff societario che “sta operando in profondità”. Confidando -parola del patròn – che entro pochi mesi anche i piccoli creditori trovino ristoro. Magari con l’auspicio di ridurre la penalità al Collegio del Coni, anche se, si permetta il pronostico – non sarà così facile (e non significa essere uccelli di malaugurio. Dura lex).
Il sogno di Beppe Ursino, che ama le retrovie e poco i microfoni, a dispetto delle immaginazioni della piazza intorno al diggí, è di riempire lo stadio. Quello di Guarascio, in fondo, gli assomiglia: tutti uniti per il risultato. In questo il patròn trova certo grande sponda in tutti gli addetti ai lavori, perché davvero nessuno vuole affossare il Cosenza. Anzi tutti vorrebbero “narrare” di più il mondo Cosenza, a partire dalle tanto attese “ospitate” e dalle interviste dei tesserati. Il loro volto, la loro voce, le sensazioni che hanno, possono avvicinare la gente alla squadra.
Guarascio non crea allarmismi, rifugge ogni ipotesi catastrofica. Dice ciò che può dire, dal suo punto di vista, e anche questo è comprensibile. Anche quando, a proposito di interessi di altri imprenditori, si limita a un sibillino “nulla di concreto”, che ancora una volta significa che qualche telefonata è arrivata. Alla fine ci sta tutto: l’ottimismo, la fiducia verso i propri dipendenti, la difficoltà di fare calcio al sud. Ci sta anche una foto che dica l’unità di intenti tra staff societario e tecnico. Ed è giusto che sia così, perché davvero bisogna remare dalla stessa parte.
Chissà che, sollecitato dalla stampa, il patròn non convochi più spesso i giornalisti. Trasmettiamo una passione. E Cosenza vive di passione.