Oggi ricorrono i cento anni del decreto sul Patronato della Vergine del Pilerio

Era il 18 dicembre 1915 quando la Congregazione dei Riti recependo la richiesta del Capitolo cosentino, del clero e dei fedeli confermava il Patrocinio della Beata Vergine Maria del Pilerio sulla Città di Cosenza e sulla diocesi e ne confermava anche la data della festa il 12 febbraio. Parola di Vita ha voluto ripercorrere la storia di questo Patrocinio per celebrare la regina della Chiesa bruzia

La speciale protezione di Maria sulla Città e l’intera diocesi bruzia, invocata con il titolo di Nostra Signora del Pilerio, è testimoniata nel tempo e si perpetua nella memoria della nostra Chiesa locale. Questa lunga storia, nella quale la Madre di Dio, ha fatto sperimentare la sua protezione affonda le radici nel titolo, che in una delle interpretazioni il popolo la vuole “guardiana” della Città , ma anche nel Pilastro della fede dei credenti. La stessa icona è per i cosentini il segno tangibile di come Colei, che è madre, si è caricata della peste. Sul suo volto, come si racconta nella cronaca “nel secolo decimo sesto” apparve la macchia del morbo e la città fu liberata.”Il terribile flagello della peste, do aver mietuto a migliaia le vittime in molti paesi e città d’Italia, spaventevole invase la nostra terra; l’essersene appiccato il segno sul volto, e morire, tutto era uno ai nostri sbigottiti antenati. Allora trovavasi appesa ad una delle colonne della Chiesa Metropolitana una tavola bislunga circa ad un metro, con l’immagine della Madonna, avente il suo divin pargoletto in seno; era dessa quella sacra immagine, che di presente noi, con indicibile fiducia ed insieme con santo affetto veneriamo; ma in quel tempo pendeva dal detto sito, tenuta quasi indifferente dal popolo e dal clero“.

Con queste parole è descritta non solo la collocazione fisica dell’icona, ma ne è data anche una indicazione del suo ruolo nella Chiesa stessa, come mediatrice, come una di noi, come la prima in cammino.

Poi l’autore del testo di devozione (fatto ristampare nel 1899 dal Canonico Penitenziere, Stanislao De Luca) introduce il novenario con un quadro storico aggiunge il racconto dell’evento prodigioso: “Quando un uomo, perdutosi d’animo pel contagi, le rivolse il viso ad implorarne la sanità; ed ebbe a maravigliare in vedendole sulla sinistra guancia il suddetto segno della pesta. Andò immediatamente voce di cotal maraviglia, e di botto nel tempio un via vai dei cittadini: frattanto con diligente same si verificò quel segno, ed andò alle grida il Miracolo; tanto più che da quel giorno Cosenza fu francata dalla peste“.

I credenti videro in questo segno sul quadro “l’infallibile documento” con il quale la stessa Vergine, fregiandosi del male, volle offrirsi come patrona e protettrice della Città. Da allora il quadro fu collocato in una cappella a lei dedicato, ornato di ex voti, che i fedeli offrono man mano che Lei manifesta la sua speciale protezione. Nelle due feste dell’anno si porta in processione accanto al Coro “e nella prima delle feste per tutte le strade principali della città“. Lo speciale patronato sulla Città si allarga ai paesi della cintura cosentina “dai quali accorrono… da formare un pigia pigia“.

Descritta la modalità della festa, contraddistinta da fiori, ceri e luminarie, ma anche da doni votivi, l’autore del testo elenca come nelle carestie, nelle guerre e nei terremoti (1732, 1738, 1763, 1783, 1832, 1835, 1838, 1854, e 1870),la Madonna ha fatto sperimentare il patrocinio. “Non è dunque possibile – conclude – che taluno di questo Cielo possa non sentire gravissimo l’obbligo di gratitudine, di riconoscenza, di amore e di adorazione diurna e notturna verso Nostra Donna del Pilerio“.

 

Proprio diocesano del 1914

Nei propri diocesani (Calendari liturgici) debitamente approvati del 1894 e del 26 maggio 1914 la festa della Madonna del Pilerio si celebrava con il grado massimo. Nel nuovo Calendario liturgico, approvato il 6 aprile 2011, dalla Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, il primo del dopo Concilio, la Memoria di Nostra Signora del Pilerio si celebra con il grado di Solennità in Città, con il grado di Festa nell’Arcidicocesi.

 

Il Decreto sul Patronato della Vergine del Pilerio

Alle richieste del Rev.mo Capitolo della Chiesa Metropolitana di Cosenza, del Clero e del popolo della medesima Città, per la dichiarazione o conferma del Patrocinio principale, spettante alla B. Maria Vergine del Pilerio sulla città di Cosenza, la Sacra Congregazione dei Riti, attesi i documenti esibiti e i calendari approvati il 12 febbraio 1894 e il 26 maggio 1914 per l’uso dell’Archidiocesi Cosentina, e avute le opportune informazioni, dopo aver tutto con maturo esame pensato, ha giudicato di rispondere “Che nulla debba mutarsi e che la B. Maria Vergine del Pilerio debba ritenersi come Patrona Principale della Città di Cosenza e ivi se ne debba celebrare la festa il 12 febbraio, con rito di 1. Classe con ottava se fuori quaresima”, non ostante qualsiasi argomento in contrario. E così ha risposto, dichiarato e confermato nel giorno 18 dicembre 1915″.

Questo il testo del decreto della Sacra Congregazione dei Riti emesso il 18 dicembre e che ha dato un forte impulso al culto della Vergine del Pilerio, confermando la lunga tradizione, ed approvando il patrocinio sulla Città e sull’Arcidiocesi, dove secondo il grado liturgico si celebra la festa.

Anche se oggi è cambiata la dizione sul grado della festa secondo la riforma Conciliare, resta in vigore il Patrocinio che si è consolidato sull’intera Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano sotto l’episcopato di monsignor Dino Trabalzini, quando l’Arcivescovo, il 10 maggio 1981 elevò la cattedrale anche a Santuario Mariano.

L’Arcivescovo Mons. Giovan Battista Costanzo (1591- 1617), per meglio favorire l’afflusso dei pellegrini, tolse il quadro dal luogo dove si trovava e lo collocò prima su uno dei pilastri della navata centrale del Duomo, poi sull’altare maggiore ed infine, nel 1607, nella cappella appositamente costruita, dedicata alla Vergine dove ancora oggi si venera. Il 17 aprile 1607 su richiesta unanime dei cosentini l’Arc. Mons. Costanzo incoronò la Vergine del Pilerio come Regina e Patrona della città. Nel 1783 un violento terremoto si abbatté su Cosenza. In quella occasione si constatò un altro segno sul viso dell’immagine della Madonna. Furono da tutti notate delle screpolature che poi scomparvero ma non del tutto, una volta passato il pericolo. Il 6 luglio 1798 si stabilì la celebrazione della sua festa il giorno 8 settembre di ogni anno. Il 12 giugno 1836 l’Arc. Mons. Lorenzo Puntillo (1833-1873) fece una seconda incoronazione con corone d’oro e gemme di grande valore. In seguito al terribile terremoto del 12 febbraio 1854 i cosentini chiesero e, l’11 gennaio 1855, ottennero dall’autorità ecclesiastica l’istituzione di una seconda festa, detta del patrocinio, in onore della Vergine da celebrarsi ogni anno il 12 febbraio. Nel 1922 avvenne una terza incoronazione, autorizzata dal capitolo Vaticano e celebrata dall’Arc. Mons. Trussoni (1912-1933). Durante la seconda guerra mondiale si ebbero a Cosenza due spaventosi bombardamenti che decimarono quasi la città: il 12 aprile ed il 28 agosto del 1943. Per iniziativa dell’Arc. Mons. Aniello Calcara (1941-1961) il 6 settembre del 1943 il quadro della Madonna fu temporaneamente trasferito nel Convento dei Padri Minori di Pietrafitta con l’intento di proteggerlo.