Ordini e disordini in Gioacchino.

L’Abbazia florense ha ospitato il IX Congresso degli studi sull’abate calabreseL’opera di Gioacchino tratta iproblemi cruciali della societàmedievale, un’epoca non soloconnotata dagli sconvolgimentinella chiesa, ma dall’aspettospirituale che l’uomointerpretava in terminimillenaristici ed escatologici"

Dopo 5 anni (questa la cadenza scelta per la preparazione degli eventi), San Giovanni in Fiore torna ad essere il centro del mondo per quanto riguarda gli studi su Gioacchino da Fiore, pensatore calabrese del XII secolo, che ha posto nella comunità silana la sede del suo nuovo ordine. La scorsa settimana, l’Abbazia florense ha ospitato il IX congresso degli studi sull’Abate. A fare gli onori di casa il Centro internazionale degli studi gioachimiti, arrivato al suo 40esimo anniversario di attività congressuali, nelle persone del presidente Riccardo Succurro e del direttore del comitato scientifico, tra l’altro accademico dei Lincei, Damiano Fonseca. Molte le autorità presenti: l’assessore regionale alla cultura Maria Francesca Corigliano, il sindaco Giuseppe Belcastro e il prefetto Paola Galeone. In rappresentanza della diocesi, don Giacomo Tuoto. Numerose le scuole. Tre giorni densi di convegni e dibattiti sul Beato nativo di Celico.

“L’istruzione ha un grande valore”, ha detto il presidente Succurro. “Le nazioni, nei prossimi anni, si distingueranno in questo campo, su chi ci investirà e chi no. Serve lo sforzo individuale, dello studio critico sui libri di carta. Così, noi del Centro vogliamo, in modo organizzato e sistematico, studiare la figura di Gioacchino, il vero Gioacchino”. Continua ricordando che, l’istituto sangiovannese, istituito il 2 dicembre 1982, a 780 anni dalla morte, ha messo a disposizione una borsa di studio destinata a 10 ricercatori. “L’opera di Gioacchino – spiega il direttore Fonseca – tratta i problemi cruciali della società medievale, un’epoca non solo connotata dagli sconvolgimenti nella chiesa, ma dall’aspetto spirituale che l’uomo interpretava in termini millenaristici ed escatologici”.

Punto nodale del congresso, il tema “Ordini e disordini in Gioacchino”, declinato dai principali studiosi del ramo, tedeschi, francesi, inglesi, americani, australiani e italiani. Riportiamo qualche spunto. Altri interventi si possono trovare sul gruppo Facebook “Gioacchino da Fiore e il centro studi gioachimiti”, accessibile a tutti.

Secondo l’ebraista dell’università “Ca’ Foscari” di Venezia, Piero Capelli, Gioacchino “va inquadrato nel contesta dell’attesa della fine dei tempi di cui l’Abate è un interprete cristiano”. Gian Luca Potestà, della Cattolica del Sacro Cuore, argomenta: “Gioacchino vuole trovare un ordine alla storia stessa. Un’idea ossessiva, che lo spinge verso un equilibrio contro le intemperie del tempo”. Riccardo Saccenti, Università di Bergamo, ne attualizza il discorso: “il tema scelto ha molti punti importanti. Nel nostro tempo del disordine, tutti cerchiamo un ordine. La nostra sensibilità contemporanea ci può aiutare ad entrare meglio nell’ottica di Gioacchino. L’ordine era un qualcosa che si cercava, si costruiva, che si attendeva, di fronte ai tanti disordini”. L’obiettivo di fondo, di congressi di questo tipo, è quello di “far leggere le opere di Gioacchino – afferma Alessandro Ghisalberti della Cattolica del Sacro Cuore – non solo agli studiosi, ma a tutto il mondo accademico”. Altri aspetti sono indagati da Luisa Valente, professore associato in Storia della filosofia medievale dell’università “La Sapienza” di Roma. “Il suo pensiero – dice – riguarda le potenze dell’anima: sensazione, immaginazione, ragione, intelletto. Ho analizzato il tema dell’immaginazione”.

All’interno delle giornate di divulgazione accademico-scientifica, c’è stato lo spazio, la sera del 20 settembre (nell’Abbazia), per la messa in mostra della prima dell’opera melodrammatica in musica in atto unico, “L’annuncio è una scintilla”, del maestro Luigi Benincasa, con testo poetico scritto da mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto e originario di Isola Capo Rizzuto. Opera incentrata sulla vita del vate florense.

FOTO DOMENICO OLIVITO