Territorio
Ospedale di Cosenza s’infiamma il dibattito tra comunicati e sit-in
Un'estate rovente, tra il pronto soccorso allagato, appelli al Governatore e difesa dell'Amministrazione sanitaria.
Ospedale di Cosenza, s’infiamma nuovamente il dibattito. Da una parte la cronaca del pronto soccorso allagato per una pioggia d’estate di mezz’ora, le dimissioni del primario, dall’altra le questioni sulla possibile eventuale nuova struttura hub, le presunte carenze di personale e la qualità dei servizi. Per l’ospedale di Cosenza scendono in campo in tanti, mentre la vicenda, ampia e complessa, coinvolge la Regione.
Il 30 agosto erano intervenuti i direttori di Dipartimento con un comunicato teso a sostenere la qualità del servizio reso. “L’Ospedale è un patrimonio di tutta la città di Cosenza e dell’intera regione Calabria, per la elevata qualità e specializzazione delle prestazioni erogate”, hanno scritto, evidenziando che il nosocomio “non può diventare oggetto di scorribande e battaglie politiche elettorali , in quanto, alla fine, le conseguenze ricadranno sui cittadini e tutti i pazienti”. Dai direttori una difesa dell’amministrazione De Salazar. “Con estrema difficoltà, tenuto conto della situazione in cui è stato lasciato il nostro ospedale che dal 2018 ha avuto una gestione fallimentare e disastrosa, solo negli ultimi diciotto mesi, con la gestione del direttore De Salazar, finalmente, si intravedono atti concreti e lungimiranti di riorganizzazione”, scrivono nel comunicato stampa. “Purtroppo con eccessiva facilità ci si dimentica che la regione Calabria e la nostra Azienda, devono rispettare un gravoso Piano di rientro che non permette di operare con razionalità e nel contempo, realizzare tutto quello di cui ci sarebbe bisogno, dovendo rispettare i vincoli perentori dei tetti di spesa”.Al contrario la pensa il PD, che il 2 settembre ha avviato un sit – in a via Felice Migliori (foto sopra di PdV), proprio davanti l’Annunziata. “De Salazar dimettiti: l’Annunziata è un lazzaretto”, la voce dai megafoni di una manifestazione alla quale ha portato il proprio messaggio anche il sindaco di Cosenza Franz Caruso. “Occhiuto, dove sono i 360 milioni per il nuovo ospedale? Basta inaugurazioni farlocche del pronto soccorso”, alcuni degli astrali lanciati dai Dem locali lunedì mattina. Tante le questioni sul tappeto, dai “posti accreditati e non impiegati” alle “400 assunzioni già programmate”. I direttori di Dipartimento, da parte loro, nel comunicato avevano invece sottolineato che, “nonostante tutto, l’ospedale di Cosenza continua a dare risposte a tutti i bisogni gravi e concreti”. Secondo i direttori, “certamente le criticità nel Pronto Soccorso ormai riscontrabili in tutte le regioni sono da attribuire alla mancanza di un efficace filtro territoriale ed all’impossibilità di garantire i setting assistenziali ai pazienti che in modo inappropriato, ancora, accedono in ospedale”.
Sulla questione dell’Annunziata è intervenuta anche la voce di Mario Bozzo, portavoce del comitato Città Policentrica. “Si vuole regalare la sanità ai privati impoverendo la sanità pubblica. Questo è l’obiettivo di Roberto Occhiuto”. Dalla Dossetti un appello a Franz Caruso. “Si impegni con più energia a far realizzare il nuovo ospedale nel luogo già prescelto e dichiarato idoneo da ogni punto vista: Vaglio Lise”. “Il resto – prosegue l’associazione – è pura perdita di tempo prezioso a cui si aggiunge il rischio molto concreto di perdere i finanziamenti. Il PD che organizza la protesta è lo stesso che in Consiglio regionale è favorevole al trasferimento dell’ospedale di Cosenza ad Arcavacata? E che in tutti questi anni è stato muto a Cosenza, in Calabria e a Roma? Se così è non siamo d’accordo”.
Questione Zanolini. Nel frattempo prosegue il giallo legato ad Alfredo Zanolini, storico primario di radiologia. Dimissioni o diritto/dovere al pensionamento? Dopo l’invito del primo cittadino bruzio a non far disperdere i servigi del medico, l’intervento dell’Asp. “Gli Uffici delle Risorse Umane rendono noto che il dr. Zanolini ad ottobre 2024, compirà 44 anni di anzianità, termine ben superiore alla soglia pensionistica, che lo colloca, per legge, in pensione e l’Azienda non può trattenerlo”.