Padre Enzo Fortunato: come vivere il Giubileo

Direttore della comunicazione della basilica di San Pietro, è stato ospite dei Frati minimi a Paola dove ha offerto una. catechesi. L’intervista sul numero di Parola di Vita del 24 dicembre

Padre Enzo Fortunato, direttore della comunicazione della basilica di San Pietro in Vaticano, al santuario regionale di san Francesco di Paola ha offerto una meditazione ai gruppi dei Terz’Ordini delle chiese di Calabria in occasione della loro giornata comunitaria. Padre Fortunato, autore del volume “Vivere il Giubileo”, ha sollecitato i presenti proprio sull’anno santo, che prenderà il via il 24 dicembre sera. Lo abbiamo intervistato.

Padre, come dobbiamo vivere il Giubileo?

Dobbiamo vivere il giubileo così che, da questo orizzonte, possano scaturirne anche i frutti, non limitati in uno spazio di tempo.

Cosa significa vivere l’anno santo?

Se vogliamo vivere il Giubileo, noi ci poniamo nell’ottica accogliere tutto ciò che quest’anno ci dirà e di farlo diventare carne della nostra carne, affetto dei nostri affetti e quindi portare generare qualcosa di buono.

Non si tratta quindi evidentemente solo di un pellegrinaggio ma di un incontro con il Signore?

Si tratta di un momento di grazia straordinaria. Non a caso il giubileo avviene ogni 25 anni o quando c’è qualche appuntamento straordinario della Chiesa. Di fatto sono momenti rarissimi che vogliamo vivere con intensità come cristiani. Si tratta davvero di ristabilire un giusto rapporto con la Terra, un giusto rapporto con gli altri, un giusto rapporto con noi stessi e un giusto rapporto con Dio. La nostra vita è chiamata davvero a lasciarsi declinare con il nome più bello che c’è, cioè dono.

Evidentemente al Papa sta a cuore la situazione internazionale, le tante guerre quelle dimenticate, quelle più conosciute, che il giubileo può essere un momento davvero di svolta in positivo. Il Papa in questi anni e soprattutto in questi ultimissimi anni ha richiamato i potenti della terra ai grandi valori. Oggi più che mai sta dicendo a tutti che la guerra è una sconfitta, che la guerra è un’avventura senza ritorno, che la guerra è il fallimento della diplomazia e che la guerra dice l’anima più brutta dell’uomo.E allora si tratta davvero di ascoltare e di lasciarsi illuminare da questo faro che è il Vangelo e che papa Francesco ha ben presente e ben chiaro e non fa sconti a nessuno.

La macchina della comunicazione è al lavoro?

La macchina della comunicazione ha super lavoro, le cose sono davvero tante, ma le cose principali le abbiamo avviato, penso alla webcam sulla tomba di San Pietro, penso alla basilica gemella, quella fatta con Microsoft, penso alla nuova rivista “Piazza San Pietro”, che raggiungerà adesso, spero, un milione di persone. La webcam, peraltro, permetterà di inviare una preghiera, di vivere un momento in contemplazione col Principe degli Apostoli. L’abbiamo fatto soprattutto per le tante persone che a Roma non possono arrivare ed è giusto che si possa arrivare attraverso la tecnologia nelle case delle persone.