Papa Francesco accende l’albero di Natale di Gubbio

8 dicembre. Solennità dell’Immacolata Concezione. Si ripete il tradizionale atto di venerazione alla colonna mariana, inaugurata nel 1857 a ricordo della proclamazione del dogma della Immacolata concezione (1854).

8 dicembre. Solennità dell’Immacolata Concezione. Si ripete il tradizionale atto di venerazione alla colonna mariana, inaugurata nel 1857 a ricordo della proclamazione del dogma della Immacolata concezione (1854).  La colonna, d’origine romana, fu rinvenuta nel 1778negli scavi di Campo Marzio; alla sua sommità la statua bronzea dell’Immacolata, opera di Giuseppe Obici (1856).  La colonna è situata proprio accanto a Piazza di Spagna, nella adiacente PiazzaMignanelli, in una delle zone più “in” e commerciali della Capitale. Ad accogliere il Papa il suo vicario per Roma, cardinal Agostino Vallini, il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti e circa ventimila persone.  Ma accade qualcosa di nuovo.  La consuetudine è rinnovata dalla generosità e dalla semplicità dei gesti e dalle parole di Papa Francesco. Giunge in Piazza, rispettando un’usanza consolidata dal 1953, ma con un’utilitaria, salutando dal finestrino. Porge i saluti con affetto al Sindaco di Roma,  lo abbraccia due volte e lo bacia. I due si scambiano diverse frasi. Marino dichiarerà poi ai cronisti: «Il Papa mi ha incoraggiato e mi ha detto che pregherà per Roma». Papa Francesco parla alla piazza gremitissima ma poi saluta uno a uno tutti i malati convenuti. Accoglie benevolmente il bacio a sorpresa di due bambini che gli corrono incontro per abbracciarlo. Gioca con un ragazzo misurandogli la papalina e chiedendogli “Va bene?”.  A capo scoperto ricorda la vittoria di Maria sul peccato e sulla morte; invoca la sua protezione  materna  “per noi, per le nostre famiglie, per questa Città, per il mondo intero”. È il Papa dei nuovi inizi. Il Papa che, ancora una volta, racconta come ogni giorno è occasione per rinnovare la propria esistenza. Narra e, in un certo senso, ripete  il miracolo di Maria di colei che dicendo sì a Dio ha regalato un nuovo inizio alla sua vita e a quello dell’umanità. Il Papa dona, di nuovo, coraggio e speranza. Anche noi possiamo vincere il male. concedendoci nuove partenze. Lasciando l’uomo vecchio per l’uomo nuovo. Dicendo sì al bene e no a ciò che ci rende schiavi e infelici. Perdonando. Il Natale offre una grande occasione di liberazione:  “in questo tempo che ci conduce alla festa del Natale di Gesù – chiede il Papa alla Vergine – insegnaci ad andare controcorrente: a spogliarci, ad abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio, a decentrarci da noi stessi, per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia”. Gli sguardi di tutti sono attratti come calamite dal volto e dalle parole del Papa e non, come solitamente accade, dalle vetrine luminose e lussuosissime di via Condotti e via del Babuino. Probabilmente un altro inizio.