Giubileo
Papa Francesco ha aperto la Porta santa del carcere di Rebibbia
L’omelia a braccio: “spalancate la porta del cuore”
Nel giorno in cui la Chiesa celebra santo Stefano, il primo martire, papa Francesco si è recato nel carcere di Rebibbia, dove ha aperto la Porta santa. È, insieme alle porte delle quattro basiliche maggiori, l’unica porta che viene aperta. Un segno di carità e di vicinanza ai detenuti, “un segnale” lo ha definito Francesco nel suo messaggio.
Il Santo Padre non ha pronunciato l’omelia preparata per iscritto e ha preferito andare a braccio. “Spalancate la porta del cuore”, l’esortazione accorata ai presenti. E ancora, altro pensiero, alla speranza che “non delude”, e che il Papa ha paragonato a “un’ancora” di cui “tirare la corda”.
Di seguito un passaggio dell’omelia preparata e non pronunciata:
“Mentre le pietre che colpiscono Stefano
chiudono i suoi occhi sulla terra, egli vede aprirsi la porta del cielo. La crudeltà degli uomini viene superata dalla misericordia di Dio, che ci accoglie e ci salva, riscattandoci da ogni male.
Anche noi oggi, in questo carcere, apriamo una porta. È la porta del Giubileo, cioè di un evento
che unisce tutti i cristiani nella gioia. In un luogo chiuso, la speranza apre una strada nuova: dove ci porta? Al perdono e alla libertà. La porta che apriamo in questo carcere è segno di Cristo, nostro
fratello e Redentore, che spalanca la nostra vita a Dio”.