Chiesa
Papa Francesco: religiosi mondani sono caricature, non servono
Commovente incontro nella cattedrale del Sacro Cuore, alla presenza del clero locale. Il Papa ha lasciato i fogli e parlato a braccio.
Un incontro commovente, quello che papa Francesco ha avuto con il clero e i religiosi nella cattedrale del Sacro Cuore di Sarajevo. Dopo aver ascoltato le toccanti testimonianze di un sacerdote (a cui ha chiesto la benedizione),di un religioso e di una suore, tutti i tre perseguitati in passato per la propria fede, Francesco ha abbandonato i fogli che aveva preparato e ha preferito parlare a braccio. L’ingresso nella cattedrale era stato già emozionante, con il Papa che aveva salutato anche un amico e stretto decine e decine di mani. Poi, dopo il saluto del cardinale Vinko Pulijc, che lo sta accompagnando in ogni momento della sua visita in Bosnia, l’ascolto dei racconti dei consacrati. “Dopo avere ascoltato queste testimonianze parlo a braccio. Ci hanno raccontato vita, esperienze, tante cose brutte e belle”. La memoria, al centro del messaggio che papa Francesco ha voluto dare ai presenti. “Non dimenticare”. Lo ripete spesso, dall’inizio del suo pontificato. Lo ripeteva anche da cardinale, a Buenos Aires. Non dimenticare, non dimenticare quello che gli antenati ci trasmettono. A Sarajevo, per Francesco, non dimenticare la storia è addirittura “un diritto”. “Non per vendetta, ma per fare pace”, perché “un popolo che dimentica non ha futuro”.
La prima parola che ha colpito il Papa è stata “perdono”. L’ha pronunciata il sacerdote, nella prima testimonianza. “Riprendere la memoria per fare pace. Un uomo o una donna consacrati che non sanno perdonare non valgono”. L’altra testimonianza, quella di un frate vissuto in un campo di concentramento per 120 giorni. “Non sono centoventi giorni, sono tanti minuti, ogni minuto, ogni ora è una sofferenza” – ha detto il Papa. “Vivere 120 giorni senza pasto, nudi, sporchi, e noi che ci lamentiamo per un dente o vogliamo vedere la tv, vogliamo avere le comodità”. “Suore sacerdoti, vescovi, seminaristi mondani sono una caricatura, hanno perso la memoria di Gesù”.
Questa è stata una storia di crudeltà, fate sempre il contrario della crudeltà. Abbiate in voi tenerezza, fratellanza, perdono” – ha detto ancora il Papa. “Tutti hanno il seme del bene perché tutti siamo figli di Dio”