Papa Francesco, Via Crucis: cristiani uccisi anche con il nostro silenzio complice

Le meditazioni affidate a monsignor Corti. Francesco ha alluso al massacro di Garissa e pregato il Signore perché c porti a un pentimento dei nostri peccati. "La Croce è via verso la resurrezione".

“In te divino amore, vediamo ancora oggi, i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”. Sullo sfondo dell’omelia e preghiera di papa Francesco nella Via Crucis presieduta al Colosseo c’è il massacra di Garissa. Al centro, ancora, le persecuzioni nei confronti dei cristiani. “In Gesù caricato della Croce si possono scorgere uomini e donne imprigionati, condannati o trucidati, perché credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace” – ha detto il Papa, mentre nel testo del pio esercizio, composto da monsignor Renato Corti, Vescovo emerito di Novara, si faceva accenno a tutti gli innocenti “feriti dalla solitudine, dall’abbandono, dall’indifferenza, dalla malattia”. “Custodire”, la parola al centro delle meditazioni del presule.

Papa Francesco ha guardato alla Croce, a “Cristo crocifisso e vittorioso”. “La Via Crucis è l’icona della Tua obbedienza al Padre – ha proseguito. La realizzazione del Tuo infinito amore per noi”.  E ancora: “la Croce è via verso la resurrezione”. Da qui la preghiera. “Insegnaci di non stancarci mai di chiedere perdono confidando nella tua misericorda divina”, “imprimi, Signore, nei nostri cuori, sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolori dei nostri peccati, e portaci a pentirci dei nostri peccati, che ti hanno crocifisso”.