Primo Piano
Parola di Vita, tante tessere per un unico mosaico
400 numeri realizzati nell’arco di undici anni.
Ce l’abbiamo fatta a raggiungere un altro piccolo traguardo: il numero 400 di Parola di Vita è andato in stampa. Sono trascorsi undici anni dal numero 0 del 23 aprile 2008 quando l’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano dava il via a questo nuovo progetto editoriale coinvolgendo un gruppo di giovani per lo più appassionati del giornalismo e del mondo pastorale della comunicazione. Incoraggiamenti e diffidenza, dubbi ma anche tante spinte a cimentarsi. Per di più in Calabria dove fare progettualità, impresa giovanile, costa qualche fatica in più!Non è stato semplice raccogliere l’eredità lasciata dai padri fondatori e rimettersi sul campo nonostante le difficoltà che l’editoria registrava e registra tuttora a livello nazionale.Undici anni di presenza sul territorio testimoniano che nella nostra Chiesa locale c’è spazio per i sogni e per i giovani, che con un pizzico di passione, buona volontà e sacrifici, anche traguardi inaspettati si possono raggiungere. Ne siamo testimoni.Non vogliamo né possiamo fare una “cronotassi” per raccontare quanto abbiamo fatto, ma vogliamo ribadire che se le cose sono fatte con spirito di sacrificio, trasparenza, professionalità, anche un settimanale come il nostro può reggersi in un Sud, dove non era proprio cultura avere un settimanale locale.In questi anni ci siamo fatti conoscere, abbiamo bussato a tante porte con umiltà, per imparare (e ancora dobbiamo imparare tanto), ci siamo rapportati con i vertici del giornalismo e della Chiesa italiana ed universale, con grandi uomini e donne di scienza e di ricerca. Abbiamo canticchiato anche noi, con una voce fuori dal coro per narrare il bene di questa terra, il bello della Calabria che non è solo criminalità, rassegnazione e ritardi. Siamo stati e vogliamo stare ancora tra la gente, nel territorio, per narrare vite e buone notizie, per imbarcarci in viaggi ed esperienze che ci hanno fatto crescere tanto. Parola di Vita per molti è stata, lo è ancora, una scuola di formazione e di giornalismo, fatta insieme, senza gerarchie, dove il dialogo e il confronto riescono ad equilibrarsi, ma sempre con un solo obiettivo: portare la buona Notizia.E’ stata ed è ancora una parrocchia di carta che sposta sempre avanti la sua soglia, dove si vive un’esperienza di Chiesa e di annuncio, di accoglienza e anche di carità. La nostra missione resta quella di sempre: una finestra aperta sul mondo per uno sguardo ampio su quanto accade sul territorio, nella chiesa locale, nelle diocesi sorelle, nella Chiesa universale. Uno spazio di conoscenza e di cultura, di recupero dei tasselli della microstoria locale per comporre il mosaico della nostra storia. Vogliamo essere strumento d’informazione integrata e prestare la voce a chi non ha voce. Un grazie a tutti quelli che hanno creduto e credono in noi, un po’ di meno a chi ha sorriso, sorride magari dietro le spalle ma non ha mai mosso una virgola per questa terra, per questa Chiesa, per questi giovani.Come ci piace il sogno di una Chiesa in uscita, il sogno di papa Francesco, magari ogni tanto ammaccata ma viva, mai impoltronita o che puzza di vecchiume e di pettegolezzo. Grazie ai tanti colleghi del mondo dell’informazione, che ci guardano con simpatia e rispetto; chiediamo perdono ai lettori, a chi abbiamo trascurato o si è sentito offeso.La sola certezza che possono avere è che non c’è mai stato dolo o calcolo dietro le pagine, nè censura, ma solo tanta passione. Ci siamo dovuti adeguare alla velocità della comunicazione 2.0, 3.0, reinventandoci ogni giorno, ma mai cedendo alla tentazione di abbandonare il cartaceo. Abbiamo integrato il nostro giornale con il web, l’edizione online quotidiana e poi la radio, raccogliendo l’impegno di altri pionieri della comunicazione della nostra diocesi, di altri sacerdoti sognatori, come don Mario Vizza. Poi l’incontro con la grande famiglia Fisc che in sinergia con gli uffici della Cei ci ha spalancato un mondo bellissimo, meraviglioso, fatto di professionalità ed amicizia sincera. Infine, ma non per ultimo, il ringraziamento va ai nostri Vescovi. A mons. Nunnari che ha creduto in noi, a mons. Nolè che ci accompagna e ci sostiene. La nostra famiglia di carta continua a crescere…proiettata verso il futuro. Stateci vicini, se potete, con un po’ di simpatia che fa sempre bene.