Cultura
Pedace promuove un nuovo approfondimento su Francesco di Paola
Un volume di Francesco de Marco, promosso dal parroco don Tullio in occasione del VI centenario e della riapertura della chiesa di Pedace dedicata al santo.
San Francesco di Paola, uomo penitente”, questo il titolo del volume pubblicato nei giorni scorsi e dedicato alla figura del Santo di Paola. Una iniziativa editoriale che si inserisce in un doppio evento: il sesto centenario della nascita di San Francesco di Paola e la riapertura al culto della chiesa di San Francesco a Pedace, già annessa ad un antico convento dell’ordine dei Minimi. L’opera è stata infatti promossa dal parroco di Pedace, don Tullio Scarcello, e realizzata dal prof. Francesco De Marco, nipote del noto poeta peritese Michele De Marco, in arte Ciardullo. Il libro, corredato da numerose immagini e diviso in 5 capitoli, si propone innanzitutto di presentare al lettore la figura di Francesco di Paola.
L’autore ripercorre così le tappe principali della vita di Francesco, dalla nascita alla fondazione dell’Ordine, dalla costruzione dei conventi alla partenza per la Francia dove il Santo morì nel 1507. Si evidenziano poi i punti salienti della personalità e delle opere del santo, presentato soprattutto quale “uomo penitente”, come viene definito nel sottotitolo dell’opera. La figura di Francesco di Paola viene calata nel contesto del suo tempo, mettendone in risalto le caratteristiche specifiche che gli hanno permesso di lasciare una forte traccia nella vita religiosa europea. Il libro si sofferma poi sui miracoli più celebri operati dal Santo, quelli che la tradizione ha attinto dalle varie biografie ma anche dalle leggende nate attorno alla sua figura. Storie e leggende che, insieme, contribuiscono a fare di Francesco di Paola uno dei santi più popolari, e non solo in Calabria. Dopo la parte generale sul santo, il libro entra nello specifico della vita religiosa pedacese con un capitolo dedicato alla chiesa di San Francesco di Pedace e all’attiguo ex convento che aveva ospitato per secoli i frati Minimi. Un complesso architettonico che, ristrutturato nelle sue varie componenti, è oggi restituito alla fruizione pubblica e può diventare a pieno titolo uno dei luoghi più significativi della Presila cosentina. La chiesa, riaperta il 15 gennaio scorso alla presenza dell’arcivescovo Nolè e di numerosi fedeli, è infatti un piccolo scrigno di arte che merita una visita.