Per la carità, in un altro mondo

Un documentario sul viaggio dei quattro giovani vincitori del concorso Cei-8 per mille.

Un viaggio al seguito di quattro giovani che sono andati in Etiopia, Kenya, India e Filippine per vedere cosa è stato realizzato “In un altro mondo” con i fondi dell’8 per mille. È il documentario realizzato dal regista Andrea Salvadore che sarà trasmesso l’11 settembre alle ore 22.30 su Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre, 18 di TvSat, 140 di Sky, streaming su www.tv2000.it).

“In un altro mondo” è un progetto del Servizio promozione del sostegno economico alla Chiesa realizzato in collaborazione con Caritas italiana. Miranda, Remark, Giovanni e Marta sono stati scelti tra migliaia di ragazzi che avevano inviato una presentazione in video. “Siamo andati alla selezione finale in cui sono stati convocati in venti. Abbiamo assistito alle interviste e vissuto la loro attesa del verdetto finale. Poi siamo andati a casa loro, in Piemonte, in Lombardia, nelle Marche, in Puglia. Abbiamo conosciuto i loro genitori, apprensivi, commossi, orgogliosi. Siamo entrati nelle camerette dei quattro volontari alla vigilia delle partenze”, racconta Salvadore. Il 30 luglio la troupe è salita sullo stesso aereo di Giovanni con meta l’Etiopia, la prima tappa. L’idea di “In un altro mondo” in televisione è quella di un racconto che prima di tutto prova ad allargare il nostro sguardo sul mondo: “Soprattutto attraverso le riflessioni – prosegue il regista -, i diari dei quattro giovani italiani che arrivano in continenti e in opere di cui hanno solo letto. Nei due orfanatrofi, in India e Filippine, con noi, sono tornate anche Eugenia ed Arianna, le volontarie dello scorso anno. Abbiamo così raccolto le immagini di incontri emozionanti”. Non solo incontri ma anche immagini di luoghi emozionanti, provando a fotografare altri mondi con i nostri occhi: “Sguardi di viaggiatori per caso che provano ad andare oltre le cartoline. A disegnare una narrazione che ci restituisca lo stupore ma anche la storia di quello che abbiamo attraversato. Per farne un racconto televisivo abbiamo così ibridato la struttura del documentario classico con il reality – spiega Salvadore -, seguendo una linea cronologica del nostro viaggio attraverso le quattro destinazioni raggiunte dai ragazzi italiani. A loro abbiamo chiesto, prima e nel corso dell’avventura, di tutto. Miranda, Remark, Marta e Giovanni non hanno un’idea precisa di cosa vorranno fare. Chi già lavora come Giovanni vorrebbe forse cambiare. Chi ha un sogno più abbozzato come Miranda sa che questa esperienza può avere cambiato il suo futuro. Chi è aperto a tutto come Remark ha cercato di assorbire ogni respiro, volto, odore di questo mese. Chi aveva già fatto un’esperienza in un altro mondo come Marta ha rafforzato il suo desiderio di spendersi per gli altri. Tutti sono consapevoli di non essere più gli stessi ragazzi di prima. Ci tengono anche a dire di essere stati più osservatori e reporter sul campo che reali agenti di cambiamento”. Se c’è una cosa che “In un altro mondo” ha insegnato a tutti è “l’umiltà della relazione” con gli altri, provando sempre a capire, prima eventualmente di dare. “Questo film – conclude il regista – parte dall’Italia ed è segnato e accompagnato dall’amore dei genitori dei ragazzi che sono partiti. I quattro giovani potevano essere uno qualunque dei nostri figli. Hanno solo colto un’occasione e si sono aperti alla possibilità di nuovi incontri. Se una piccola lezione abbiamo tutti ricavato (e siamo restii a darne per ‘statuto’) è che cose straordinarie accadono se apriamo il nostro cuore ad altri mondi”. Infine un messaggio ai telespettatori: “Seguiteci in questo viaggio che confidiamo sarà una sorpresa anche per chi lo affronterà dal divano di casa”.