Presentato a Rose il libro di Vincenzo Napolillo “Le tombe regie del Duomo di Cosenza”

Promossa dall’Associazione culturale Libera…Mente, la serata è stata una occasione per celebrare gli 800 anni dellaconsacrazione della Cattedrale di Cosenza

Promossa dall’Associazione culturale Libera…Mente, una serata per celebrare gli 800 anni dellaconsacrazione della Cattedrale di Cosenza. Nella Sala Consiliare del Comune di Rose si è discussodella Cattedrale e del suo plurisecolare passato. Dopo i saluti del Sindaco Roberto Barbieri e delparroco di Rose Don Claudio Albanito, ad introdurre la serata Rosanna Labonia Presidentedell’Associazione che ha sottolineato l’importanza dell’evento che coinvolge non solo la città diCosenza , ma tutto il suo hinterland. Don Luca Perri, Rettore del Duomo, ha parlato dei vari voltidella Cattedrale cosentina, gotico-romanica prima, medievale e barocca poi, fino ad arrivare, dopoil terremoto del 1870, alla struttura ritrovata e ricostruita seguendo le forme degli elementisuperstiti . Il Rettore della Cattedrale ha sottolineato come il Duomo, fulcro di vita religiosa esociale, sia un luogo privilegiato nel quale l’umanità ritrova Dio essenza della nostra esistenza.Una parte della storia , della grandezza della città di Cosenza e della sua provincia è stata trattatada Stefano Vecchione, che si è soffermato tra l’altro su Federico II di Svevia , Alarico, BernardinoTelesio. Rocco Turbinelli, vice presidente dell’Associazione Libera…Mente, ha approfonditoparticolari di rilievo inerente le cattedrali , dove i vescovi, responsabili della cattedra (da cui ilnome), esercitavano anche il diritto romano, e dove il potere temporale e spirituale avevanoorigine dalla stessa identità , Cristo. A chiudere la serata lo scrittore Vincenzo Napolillo che haillustrato il suo libro “Le tombe regie del Duomo di Cosenza”, guida informatissima del Duomo diCosenza, dedicato a Santa Maria Assunta, sacra domus del Signore, scrigno di fede, di storia e dibellezze inestimabili Nel dibattito che ne è conseguito ha preso la parola il direttore dell’Archiviodi Stato Antonio Orsino che ha avuto parole di apprezzamento per i relatori che hanno coinvoltoun attento pubblico.