Primo abbraccio di mons. Nolè con San Francesco di Paola

L'Arcivescovo ha celebrato l'Eucarestia al santuario di Paola in occasione della festa votiva del Santo Patrono

Sta abituando ad uno stile sobrio, rassicurante, sorridente, tranquillo, conciso ma incisivo il nuovo Arcivescovo Francesco Nolè. Anche in questa prima visita ufficiale nel Santuario di Paola, è stato accolto dai fedeli, dalle autorità civili e militari e prima della celebrazione della Santa Messa ha ascoltato attentamente i saluti del Sindaco di Paola, Basile e del padre Provinciale dei Frati Minimi, gregorio Colatorti. Ha ricevuto degli omaggi e monsignor Nolè ha ringraziato dicendo: “i regali non li merita nessuno, ma si valorizzano. Io i vostri regali non li merito ma li gradisco e quindi li valorizzerò”.

Dopo la recita dei vespri nella vecchia basilica, il simulacro di San Francesco è stato portato in processione nella nuova basilica, in attesa dell’arrivo del Vescovo. I volontari che prestano servizio nello stesso Santuario, i componenti laici del Terz’Ordine dei Minimi hanno accolto i numerosi fedeli accorsi non soltanto per conoscere il nuovo Vescovo, ma per l’annuale Festa Votiva in onore di San Francesco, detto “U santu Nuastu”, per il patronato sulla città di Paola grazie all’intervento del taumaturgo in occasione del terremoto del 1767. Una celebrazione liturgica sentita e molto partecipata, per la presenza anche della corale del Santuario e dei ministranti della parrocchia di Amantea.

Alla fine della Santa Messa, il Padre Arcivescovo ringrazia i frati per l’accoglienza e per il servizio che svolgono in Diocesi, i diaconi, i sacerdoti presenti, i lettori, i ministranti, il coro, ma il suo pensiero va alle Suore di Clausura, che pregano per tutti noi e sono lampade che il Signore ha posto sui monti della nostra vita, sulla nostra storia, perchè possano pregare per chi non prega, possano amare per chi non ama e possano sacrificarsi per chi non ha compreso ancora il grande sacrificio offerto da Dio per amore nostro. Dopo la benedizione finale, l’assemblea si scioglie salutando calorosamente il Vescovo e intonando il canto: “Alto e glorioso Dio illumina il cuore mio, dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta”.

OMELIA

“Quando sembra che tutto sia buio, quando tutto sia finito, quando siamo colpiti dalla sofferenza, da una malattia, da un evento non bello per noi, il Signore si rende presente e comincia una storia, di salvezza e di amore. Il faraone, nella lettura dell’Esodo, temendo che il popolo di Israele diventasse più popoloso rispetto a quello Egiziano, ordinò di ammazzare tutti i figli maschi. Non c’era speranza per quel popolo e il Signore si offende, si serve della figlia del faraone, con uno stratagemma. Siate semplici come le colombe e furbi come i serpenti, ci invita il Signore ad utilizzare l’intelligenza e a non essere superficiali, infatti attraverso questa escamotage del Signore arriva la salvezza di quel popolo. Nel Vangelo invece, Gesù comincia a rimproverare le città nelle quali egli ha compiuto la maggior parte dei prodigi e non si erano convertiti. Al centro della vita di Gesù c’era proprio questa missione, andare nel mondo a predicare il Vangelo, chi crederà, si convertirà e sarà salvo.

Noi abbiamo bisogno di convertirci? Ognuno di noi si dia la risposta. Quanti pensiamo di aver già raggiunto un traguardo?Pensiamo di aver percorso una strada abbastanza lunga per la crescita della fede, e nonostante ciò la nostra vita rimane come prima o addirittura peggio di prima? Chiediamoci, cosa è successo?La risposta è perchè non ci siamo convertiti.

Proviamo ad accogliere la presenza di Dio nella nostra vita e lasciamoci guidare da Lui e incontrare Lui e farci cambiare la vita, diventiamo suoi amici, questa è la vera conversione. Perché San Francesco di Paola, di Assisi, Sant’Antonio e altri Santi ottengono tante grazie dal Signore?Perchè sono suoi amici, perchè non si sono fermati alla superficialità ma hanno voluto incontrare Cristo e farne della sua presenza, un nuovo stile di vita. Perchè Papa Francesco è amata così tanto dalla gente?Non certamente perchè gli altri Papa siano stati meno di lui ma perchè oggi c’era bisogno di questa gestualità, di questi segni di conversione. Il Santo Padre Francesco proviene da una cultura latino americana, così ricca di tradizioni popolari e un po’ come la nostra storia. Ciò significa che attraverso l’essenzialità del Vangelo non dobbiamo buttare nulla e così come sta facendo Papa Francesco, la parola di Dio va attualizzata.

Uno dei più grandi problemi di oggi è sentirsi accolti, è sentirsi valorizzati da chi ci sta intorno, perchè tutto sembra sfuggire, tutto sembra superficiale, tutto sembra sotto l’origine del consumo. Consumiamo tutto, consumiamo perfino gli affetti,  i sentimenti, consumiamo anche l’amore. Consumiamo la terra, e questo è lo stile di Dio? No. Apriamo la finestra al mattino e pensiamo, il sole lo abbiamo inventato noi? E la luce? Il mare? Le piante?Questi sono i prodigi, i segni di Dio in mezzo a noi, ma spesso c’è ne dimentichiamo.Se avete tempo, meditate l’enciclica di Papa Francesco, Laudato Sì, non siamo padroni assoluti della natura e non dobbiamo vivere pensando solo a noi stessi, invece il Signore ci ha dato il creato per condividerlo. Stiamo prendendo la strada sbagliata e fermiamoci finchè siamo in tempo.

Tu cosa dici? Alla fine il Vangelo si stringe, anche agli Apostoli, Gesù chiede loro: chi sono io per te?Così hanno fatto e così fanno i Santi, ecco perchè noi li ammiriamo e li veneriamo. Vorremmo tenere sempre le loro statue, nelle nostra case, nelle nostre piazze, ma se invece provassimo a fare come hanno vissuto loro? Cominciamo ad imitare Gesù Cristo, e avremo la gioia di sentirci felici perchè lui ci ama.