Quando il commercio diventa solidale Made in Spagnuolo

Lo storico negozio di abbigliamento offre sconti in cambio dei cappotti usati da donare ai poveri

È possibile applicare le logiche imprenditoriali alla carità? Potrebbe sembrare quasi una provocazione o un semplice esercizio teorico; ma la risposta alla domanda è già stata data dai titolari del negozio di abbigliamento Spagnuolo, a Cosenza dal 1954. “Tutto è iniziato in seguito alla richiesta del direttore di Casa San Francesco circa la necessità di reperire cappotti e giubbini per l’inverno ormai alle porte, da destinare alle persone meno fortunate – ci racconta Gianni Spagnuolo che insieme ai due fratelli e alla sorella gestisce le aziende di famiglia – . Inizialmente la nostra risposta si è fermata alle piccole scorte di magazzino invendute di cui disponevamo in negozio, ma non poteva bastare. Abbiamo così deciso di aguzzare l’ingegno e di cercare di coinvolgere anche i nostri clienti in questa iniziativa”. Nasce così un “Inverno caldo e solidale” che dal 16 novembre e fino al 16 dicembre consentirà a quanti si recheranno al negozio di abbigliamento su viale Trieste per acquistare un cappotto nuovo, di ricevere uno sconto pari al 30% per ogni cappotto o giubbino donato, del 40% se i capi sono due e del 50% se sono tre. “Questa operazione che noi chiamiamo ‘svuota armadi’, consentirà ai nostri clienti e a quanti vorranno aderire a questa iniziativa, di fare del bene e di avere in cambio una agevolazione per l’acquisto di un capo nuovo – spiega ancora Gianni – . È vero che rinunciamo a parte del nostro guadagno, ma lo facciamo perché sicuri del fatto che si sta meglio quando tutti stiamo un po’ meglio. Questa è la logica che abbiamo sposato come azienda, questa è il senso di carità che ci ha trasmesso nostro padre”. E infatti le iniziative di sostegno agli ultimi non si fermano al dono dei cappotti usati, perché da qualche anno la famiglia Spagnuolo, che gestisce anche un’azienda di produzione d’uva da tavola in Puglia, offre una parte del raccolto a sostegno di iniziative di carità. “Quella dell’uva nasce come un desiderio di nostro padre Francesco che ogni anno destinava una parte del raccolto da donare alle parrocchie per raccogliere fondi per opere di carità”. Infatti la confezioni d’uva vengono donate ad alcune chiese e strutture di carità, come quella del Santissimo Crocifisso a Cosenza, a Casa San Francesco e alla parrocchia San Nicola di Bari a Mendicino che le offrono ai fedeli in cambio di un piccolo contributo economico da destinare alle opere a sostegno dei poveri. “Questa iniziativa, che da qualche anno leghiamo alla giornata mondiale dei poveri, non solo ci da’ modo di portare avanti il desiderio di nostro padre ma, soprattutto, ci aiuta a moltiplicare quel poco che riusciamo a donare… noi mettiamo solo una piccola parte, le persone, con la loro generosità, fanno il resto”.

A questo punto non ci resta che cogliere l’invito a donare certi, come sempre, che chi dona riceve in cambio sempre di più e moltiplica il bene.