Attualità
Quando la Speranza vince insieme alla tenacia e ci ricorda che abbiamo un cuore
Quattro ore di paure, un tam tam di notizie amplificate dai social. Molte redazioni ieri sera si sono rimesse a lavoro, altre hanno allungato la serata. Erano passate da poco le 18.30 di questo 21 gennaio quando è cominciata a circolare una notizia: a Cosenza era stata rapita una neonata da una clinica.
È scattata la procedura d’emergenza prevista in questi casi e carabinieri, polizia e guardia di finanza si sono messi sulle tracce degli autori di questo gravissimo atto.
Rabbia, paura, speranza, si sono mescolate con l’affetto di tanti che hanno sentito subito come loro figlia la piccola Sofia, in tanti sono accorsi davanti alla struttura sanitaria, hanno condiviso la foto e circolavano anche dei video sui presunti rapitori.
Anche noi abbiamo avuto un inviato sul posto che ha fatto, con discrezione e precisione, il suo lavoro, aiutato dai new media. Un mix di verità e di fake si intrecciavano mentre, con nervi saldi la macchina delle ricerche guidata dalle autorità competenti si è messa a lavoro.
Poi una grande commozione quando sono circolate le prime notizie, applausi anche ad una ambulanza vuota che era venuta a ritirare una culletta riscaldata per il possibile ritorno; infine, le lacrime liberatorie dei familiari, degli amici, dei presenti quando passate le 22 la bambina è stata riconsegnata tra le braccia dalla mamma prima di passare a quelli che erano i controlli clinici necessari.
Nelle redazioni è arrivata anche la notizia che due persone erano state fermate dagli inquirenti ma è servita solo come conferma indiretta del ritrovamento.
Quello che è emerso subito in questa terribile tragedia è stato il fatto che la famiglia della piccola non è stata lasciata sola. Non è sempre una cosa ovvia, ma questa notte, la Speranza ha vinto insieme alla tenacia e ci ha ricordato che abbiamo un cuore, che Cosenza ha un cuore che batte. Questa vicinanza si oppone nettamente a tanta indifferenza ed individualismo. È di questo che abbiamo bisogno per alimentare la nostra speranza. Questo è quello che ci piace conservare di questo fredda notte cosentina che si è scaldata con l’amore di tanti. Quelli che abbiamo sentito all’arrivo della bimba non erano applausi, era il ritmo di un cuore che batteva all’unisono per una triste vicenda che, grazie a Dio, è finita bene.