Qui San Giovanni, dove l’ospedale fa ancora fatica

Un focus sul nosocomio tra inefficienze, carenza di personale e proposte di riqualificazione

Se sei un cittadino di San Giovanni in Fiore e hai bisogno di una visita ortopedica, o te la paghi per conto tuo o vai a Cosenza. Eppure il nosocomio sangiovannese avrebbe la responsabilità di una grossa fetta di popolazione silana, anche perchè arrivare a Cosenza significa fare quasi un’ora di cammino. Questa una delle tante criticità dell’ospedale di San Giovanni in Fiore, finito sulle pagine dei giornali nei mesi scorsi a causa dei tanti contagi avvenuti in città. In realtà, nello scorso mese di novembre erano stati annunciati 20 posti per i degenti Covid, che però non sono mai stati realizzati. Difficile logisticamente, atteso che per approntare un reparto Covid ed evitare il più possibile i contagi è necessario creare accessi separati, che all’ospedale di San Giovanni in Fiore mancano. Ma il Covid non è l’unica problematica del nosocomio. Quasi fermo il reparto di chirurgia, dove attualmente opera un solo chirurgo, che principalmente fa consulenza. Fermo anche il reparto di lungodegenza, anche se risulta essere pronto. A San Giovanni infatti c’è una grossa carenza di medici e di personale sanitario, che colpisce anche il reparto di medicina. A singhiozzo il funzionamento del pronto soccorso, altra area dell’ospedale che nei mesi scorsi era finita nell’occhio del ciclone. A soffrire anche il reparto di radiologia, che funziona prevalentemente in teleconsulenza perché non ci sono radiologi sul posto. Che ben venga il servizio di teleconsulenza, ma solo quando a esso si accompagna un utilizzo “in presenza” degli strumenti a disposizione dell’ospedale, che al contrario, per il non uso, rischiano di deteriorarsi. Deficienze anche nel reparto oncologia. A San Giovanni, infatti, manca la cosiddetta ‘cappa’ atta a preparare i farmaci, con la conseguenza che gli stessi debbono arrivare da fuori. A ciò si aggiunga, a proposito del personale, la grossa carenza di anestesisti, che spesso comporta la necessità di chiamare anestesisti dall’esterno rispetto alla dotazione organica, con la conseguenza di uno spreco di spese di natura straordinaria. Se queste sono le problematiche più comuni, non mancano dei reparti più virtuosi. Il laboratorio di analisi lavora con efficienza e anche relativamente alla dialisi i numeri che si registrano sono buoni, nel senso che sono in tanti i pazienti dializzati che effettivamente possono beneficiare dei servigi dell’ospedale di San Giovanni in Fiore.Consiglio comunale. Dall’Amministrazione qualcosa però si muove. Il Consiglio comunale il 18 febbraio scorso ha approvato all’unanimità una proposta di riqualificazione dell’ospedale cittadino e dei servizi sanitari del territorio, che sarà partecipata ai sindaci dei Comuni del comprensorio e poi sottoposta al commissario alla sanità calabrese, Guido Longo, e al commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina. In sintesi, i punti principali del documento sono i seguenti: la pretesa che venga rispettato quanto già previsto dai decreti vigenti di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale; il futuro inserimento del presidio di San Giovanni in Fiore quale ospedale di base; l’aumento dei posti letto, che al momento sono 52; la Radiologia autonoma come Unità semplice dipartimentale; l’ambulatorio di Cardiologia attivo per 12 ore; l’Anestesia e la Rianimazione con 4 unità mediche; la ripresa della Chirurgia generale in day e week surgery; la Nefrologia come Unità semplice dipartimentale.Inoltre, la proposta prevede il funzionamento a regime della Medicina generale con la Lungodegenza; la Direzione sanitaria e il Pronto soccorso (con 4 posti di Obi) come Unità complesse; l’aggregazione funzionale del presidio ospedaliero di San Giovanni in Fiore con l’ospedale Hub di Cosenza e non più con lo Spoke di Paola-Cetraro; il potenziamento dell’Oncologia e del settore dell’emergenza-urgenza, quest’ultimo anche per sostenere le prime diagnosi pediatriche.Per la realizzazione di questo servizio avevamo contattato il dottor Antonio Nicoletti, direttore sanitario del presidio ospedaliero di San Giovanni in Fiore, il quale gentilmente ci ha comunicato di aver richiesto alla Direzione l’autorizzazione alla realizzazione di un’intervista. Al momento di andare in stampa, martedì 23 febbraio, non è pervenuta altra comunicazione da parte del dr. Nicoletti in merito alla proposta di intervista. Parola di Vita resta sempre disponibile per ulteriori approfondimenti.