Cultura
Reliquie (4° Puntata): La Corona di Spine

La famosa reliquia è tornata nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi, dopo i lavori di restauro resisi necessari in seguito all’incendio scoppiato nell’edificio di culto il 15 aprile 2019
Proseguiamo il nostro breve viaggio tra le principali reliquie della Passione di Cristo, come contributo culturale e spunto di riflessione per la Quaresima. Questa settimana ci occupiamo della corona di spine, tra gli oggetti sacri più emblematici. Nell’antica Roma vi era l’usanza di insignire un soldato, che si era contraddistinto per le sue azioni eroiche, con una corona civica o di quercia. Forse i legionari si ispirarono a questa tradizione quando posero sul capo del Messia la corona di spine, per schernirlo pubblicamente privandolo di qualsiasi onore. Nei Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni si parla del sacro cerchio posto sul capo di Gesù dopo la flagellazione, quando venne sbeffeggiato, irriso crudelmente e umiliato dai soldati e dalla folla con l’espressione “Salve, o Re dei Giudei!”. Per i cristiani questo oggetto indica la regalità di un uomo che, nell’estrema sofferenza, mantiene il suo status di Re, Messia e Servo di Dio. È simbolo di quell’umiltà e di quella caduta, trasformate in trionfo di grandezza e speranza di salvezza per tutti con la Resurrezione. San Paolino di Nola nel 409 ricorda, per la prima volta, l’omaggio che i fedeli resero alla croce, alla colonna della flagellazione e alla corona di spine, conservate nella Basilica del Monte Sion a Gerusalemme. Tra le altre fonti storiche c’è quella di Gregorio di Tours che nel 593 cita la natura soprannaturale delle spine, che appaiono sempre verdi, nella sua opera “De gloria martyri”. Nel VII secolo la corona venne trasferita da Gerusalemme a Costantinopoli, a causa dell’occupazione araba della Terra Santa. Trovandosi in difficoltà economiche, l’imperatore latino di Costantinopoli Baldovino II la vendette a Re Luigi IX. Arrivata in Francia nel 1239 il sovrano francese fece costruire la cappella palatina di Sainte Chapelle, per ospitarla insieme ad altri cimeli sacri della Passione. Successivamente la reliquia, costituita da un cerchio tenuto insieme da un filo con 70 spine, venne trasferita nella Cattedrale di Notre-Dame, dove è esposta alla venerazione dei fedeli ogni primo venerdì del mese e durante la Settimana Santa. L’oggetto scampò alle distruzioni della Rivoluzione Francese e al subdolo interesse dei nazisti. Sono tante le spine sacre che si sono diffuse in molte cattedrali europee sin dall’VIII secolo, generando non poca confusione tra quelle autentiche e quelle false. Carlo Magno ne depositò diverse a Parigi, Aquisgrana, Avignone e a Madrid. Alcune non appartengono alla vera corona di Gesù e si dicono “da contatto”, perché sono state solo poggiate ad essa. In Italia ci sono circa 160 chiese e monasteri che rivendicano una spina autentica, tra cui quella ad Andria, a San Giovanni Bianco e a San Gaetano a Barletta.