Rende e la Madonna Immacolata

In ricordo del terremoto del 20 febbraio 1980 la città ogni anno celebra la festa patronale 

Il 20 febbraio è giorno di festa patronale nel comune di Rende e, trattandosi di una festa con effetti anche a livello civile, è alto il numero dei lavoratori che quel giorno sospendono le attività. In molti però non sono a conoscenza di cosa si celebri esattamente, complice anche il fatto che la gran parte di chi lavora sul territorio rendese vive altrove. Alcuni, erroneamente, collegano la data del 20 febbraio alla festa di Costantinopoli, forse a causa di una maggiore popolarità di questo ulteriore evento religioso rendese che si celebra invece annualmente il martedì dopo Pentecoste. La patrona di Rende è in realtà l’Immacolata e, per una serie di ragioni storiche e devozionali, è a lei che la città ha dedicato la festa del 20 febbraio. L’evento ha come fulcro la chiesa di S. Francesco d’Assisi, già di S. Maria delle Grazie e annessa al convento degli Osservanti, che attualmente ospita il monastero di clausura delle Clarisse che ha assunto il titolo di S. Chiara all’Immacolata. Il culto dell’Immacolata era presente a Rende sin dal ‘500. La sua diffusione venne certo incentivata dalla presenza dei frati Francescani del ramo degli Osservanti nel convento di Santa Maria delle Grazie, ma allo stesso tempo questa devozione crebbe anche spontaneamente vista la grande popolarità che otteneva non solo nel cosentino ma in tutto il Meridione. L’Immacolata, in particolare, era venerata come patrona in molte località perché a lei si attribuiva l’intercessione in occasione di calamità naturali, in primo luogo pestilenze e terremoti. Basti pensare alla stessa città di Cosenza, nella quale si era attribuita all’Immacolata l’intercessione in occasione della peste del 1656. Simile cosa avvenne anche a Rende in occasione dei terremoti degli ultimi tre secoli. Le tracce storiche e artistiche di questo culto sono ancora diffuse a Rende in particolare nelle chiese del centro storico. Nella chiesa madre di S. Maria Maggiore è presente un altare che custodiva una importante tela raffigurante l’Immacolata tra S. Francesco d’Assisi e S. Chiara, opera di Giuseppe Pascaletti attualmente in mostra presso il Museo Civico. Ma è nella già citata chiesa dei francescani che sono visibili le testimonianze più significative. In questa chiesa è attestata la breve attività di una confraternita dell’Immacolata già negli ultimi decenni del ‘500 e, agli inizi del ‘600, vi era collocato un altare a lei dedicato sul quale si celebravano due messe a settimana.Questa presenza è attestata anche in fonti successive ed è ravvisabile in modo consistente ancora oggi. Sull’altare maggiore spiccava una interessante tela del ‘700, attribuita al pittore napoletano Francesco De Mura, raffigurante l’Immacolata secondo l’iconografia tradizionale. Il soffitto della chiesa era decorato invece con una grande tela raffigurante il trionfo dell’Immacolata, opera del pittore Cristoforo Santanna del 1797. L’opera del Santanna mostra in alto la Vergine in gloria, costellata da angeli e figure allegoriche, con Dio Padre e la colomba dello Spirito Santo, mentre in basso la figura di Duns Scoto osserva la scena mentre è intento a scrivere. Nella chiesa è conservata anche la statua dell’Immacolata che viene annualmente portata in processione. Un’opera lignea, probabilmente settecentesca, che rappresenta Maria in tunica rosa e manto azzurro, su una nuvole sorretta da quattro teste d’angelo, a mani giunte, con lo sguardo rivolto al cielo mentre col piede calpesta la luna ed il serpente. Di una processione dell’Immacolata a Rende c’è notizia già in un documento del 1748, nel quale si menzionano le “processioni delle rogaz(iona)li, del SS. Sagram(en)to, di S. Giuseppe, S. Michele, e la SS.a Concezione” cui intervenivano le confraternite della cittadina. Nel corso del ‘700 il culto verso la Vergine conobbe un incremento. A testimonianza di questo legame, come narra p. Fedele Fonte, nel chiostro del convento francescano di Rende era presente un affresco, ora deteriorato, che mostrava in basso la città di Rende e in alto l’Immacolata in segno di protezione. A sottolineare la venerazione dei rendesi era presente anche la scritta “SINE LABE COLIT CONCEPTAM CIVIS ARINTHAE/ AC SINE LABE COLAT MORIBUS ILLE DEUM”. Tradizionalmente uno degli eventi cui si ricollega il patrocinio dell’Immacolata su Rende è il terremoto del 14 luglio 1767, sisma che produsse effetti distruttivi soprattutto nella valle del Crati, a Rose, Castiglione e Luzzi. È attestato che in seguito a questa occasione i rendesi fecero voto alla loro Patrona di essere riconoscenti per il patrocinio accordato. Il voto dei rendesi venne confermato anche in occasione del terremoto del 12 febbraio 1854, evento che portò distruzione e lutti in molti paesi del cosentino, che in molti casi decisero di ricordare l’avvenimento fissando proprio in questa data delle festività votive in onore dei propri santi patroni. Così avviene tuttora a Cosenza con la festa della Madonna del Pilerio, che si celebra in questa data, e così avveniva anche a Rende fino a pochi decenni orsono, dove l’Immacolata veniva celebrata proprio il 12 febbraio. Oltre che nella festa del 12 febbraio, però, la statua dell’Immacolata veniva portata in processione anche in occasioni più particolari, come testimonia una vecchia foto che mostra una processione votiva tenutasi a Rende nel 1943, probabilmente in segno ringraziamento dopo l’Armistizio, nella quale compaiono al centro il Crocefisso e ai lati le statue di S. Michele e dell’Immacolata. Perché avvenne poi il cambio di data? Il passaggio della festa dal 12 al 20 dello stesso mese ha la sua ragione in un evento avvenuto nel 1980. Il 20 febbraio di quell’anno il cosentino fu colpito da un nuovo terremoto, meno distruttivo degli altri storici eventi ricordati ma che comunque ebbe proprio in Rende uno dei centri più colpiti, con danni a diverse strutture, in primo luogo alle varie chiese. Si decise allora di spostare la festa votiva alla data dell’ultimo terremoto e da allora continua a celebrarsi in questa giornata. L’evento più significativo della festa patronale è comunque la processione della statua della Vergine per le strade del centro storico, durante la quale il sindaco conferma a nome dei cittadini il voto più volte espresso dai rendesi nel corso dei secoli. Da qualche anno, vista la particolare diffusione della popolazione sul territorio rendese divisa tra centro storico e quartieri nuovi a valle, la domenica dopo il 20 febbraio la statua viene portata nella parte nuova della città e anche lì si tengono delle celebrazioni legate all’evento.