Diocesi
Rende ha festeggiato la sua Patrona
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La processione per le vie del paese e la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giovanni Checchinato
“Il Vangelo non è un orpello che possiamo mettere di qua e di là, come un punto di riferimento teorico, ma deve diventare carne della nostra carne, così come il verbo di Dio è diventato carne della carne di Maria”. Lo ha detto il 20 febbraio al monastero delle clarisse di Rende mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza – Bisignano, nel giorno in cui Rende ha celebrato l’Immacolata, sua Patrona. L’immagine mariana ha percorso le vie del paese nella consueta processione. “Se prendiamo tutti e quattro i vangeli e mettiamo insieme tutte le parole che Maria ha detto ne troveremmo una ventina, forse meno – ha constatato il Pastore -. Eppure Maria continua ad essere un modello per la nostra vita. Da lei apprendiamo non soltanto ad affidarci, ma abbiamo bisogno di imparare non solo quello che ci ha detto, ma quello che ha fatto, che ha vissuto”. Il Vescovo bruzio ha additato ai presenti l’esempio della Vergine. “Maria è modello di vita cristiana”, ha detto il presule richiamando alcuni episodi evangelici. Lo è “nel suo stare vicina a Gesù, nel suo accoglierlo e celebrarlo”. “Maria ci insegna a rivedere le nostre relazioni con Dio e con noi stessi. Quanto più conosciamo Dio, noi conosciamo noi stessi”. Ella “ci aiuta a essere non dei padreterni, ma umili, capaci di conoscere i nostri limiti e migliorarci”. Capaci di guardare al prossimo. Perché Maria “ci insegna a essere sbilanciati sugli altri, sui loro bisogni, a essere attenti a coloro che ci passano accanto e che qualche volta noi non riusciamo a intercettare, non solo con la nostra mente, ma soprattutto con il nostro cuore, a intercettare gli altri come fratelli e sorelle”.