Attualità
Riforma della P.A., l’Italia si dà un vestito nuovo di zecca
Dalla lotta all’assenteismo tra i dipendenti al controllo sulle assenze per malattie; dalla licenziabilità dei dirigenti (se valutati negativamente) alla trasparenza sui documenti pubblici. E ancora: drastica riduzione delle società partecipate dagli enti locali (da 8mila a 1.000) e più facile commissariamento in caso di bilanci negativi. Dimezzamento delle Prefetture e riduzione delle Camere di commercio.
Uno specchio di come funziona lo Stato. Tra le varie riforme messe in campo dal Governo, quella della pubblica amministrazione appare la più delicata e complessa insieme. Sia per il rilievo politico ed economico, facilmente intuibile se solo si pensa che lo Stato italiano dà lavoro a 3 milioni e 300mila persone; sia per le difficoltà applicative derivanti anche dalle prevedibili resistenze dei pubblici dipendenti a essere sottoposti a un regime lavorativo più severo e vincolante rispetto al passato. Anche le altre riforme messe in cantiere sono rilevanti: basti pensare a quelle costituzionali (Senato, Regioni), a quella annunciata sulla “prima casa” e l’Imu, alla revisione di Irpef e Ires, al “Jobs Act”, alla “Buona scuola”, al fisco, i rifiuti, la sanità, la sicurezza e controllo del territorio, l’ambiente, la Rai e il sistema radio-televisivo. La pubblica amministrazione, tuttavia, appare di maggiore impatto in quanto è il “biglietto da visita” di uno Stato. Da come si presenta, da come lavora, dall’accuratezza e determinazione con le quali risponde alle istanze dei privati cittadini o delle aziende, si vede come un Paese è in grado di “funzionare” e su quali valori basa il proprio operato: se di servizio e sostegno alla vita di tutti, oppure se di sonnacchiosa e noncurante difesa di posizioni di rendita (pubblica e finora intoccabile). Su questo i cittadini potranno valutare l’efficacia delle riforme che man mano si fanno avanti e divengono operative. Partendo magari dalle novità agli sportelli del Comune o delle Asl o dell’Inps, dove a volte si viene trattati bene, a volte no. |