Rinvenuto il piccolo “magnificat” del poverello d’Assisi

Pace e misericordia, itinerario spirituale di tutta la vita di Francesco

Il perdono di Assisi, legato all’indulgenza della Porziuncola ed al grande desiderio di Francesco di “portare tutti in Paradiso” non si inquadra nella sua vita come una iniziativa sporadica, una mera intuizione legata al sogno e all’apparizione del luglio del 1216, né alla sola concessione papale di Onorio III. Lo prova il suo percorso della sua vita, la testimonianza di come la misericordia di Dio lo ha avvolto e travolto, ancor più questo nuovo tassello della cosiddetta preghiera inedita, “riscoperta” nell’archivio nazionale di Madrid dal frate cappuccino Aleksander Horowski, storico polacco e direttore della rivista Collectanea Franciscana.

In realtà il testo era già stato individuato nel 1974 ma collocato fra gli scritti dubbi attribuiti al santo. Lo studio recentemente pubblicato da Horowski mostra, con sufficiente chiarezza, che essa è attribuibile al santo: non è nuovo in lui stile di ispirarsi e di compilare preghiere “ispirandosi” ai testi della liturgia è proprio quello di Francesco, così come nell’Officio della Passione che anche Chiara recitava ogni giorno, dopo averlo imparato a memoria.

Ma in questo testo c’è di più. Oltre allo stile compositivo, infatti, emerge con tutta la sua forza il richiamo “alla pace in terra”, quella stessa pace che si ode cantata nel Vangelo dagli angeli la notte santa della nascita di Gesù a Betlemme. Lo studioso francescano su questa base sostiene che “la preghiera si concentra sul mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio “che più di tutti ci dimostrò la misericordia, quando assunse la nostra natura nel suo santissimo tempio, sacratissimo ventre della Vergine”.

È molto interessante cogliere il forte legame del mistero dell’incarnazione come atto misericordioso di Dio, di pacificazione del Creato, con il sacramento dell’Eucarestia dove ancor più si può amare “il Cristo incarnato” insieme agli uomini, ai santi e agli angeli “per lodarlo e benedirne il suo nome”.

Rileggendo il testo della Oratio composita a beato Francisco, anche per chi ha letto poco del santo, si sente riecheggiare un piccolo magnificat, nel quale emerge la freschezza e la libertà del linguaggio dell’innamorato cantore della misericordia di Dio: “Voi, o figli degli uomini, lodate bene il Signore della gloria sopra tutte le cose, magnificatelo e molto esaltate! E glorificatelo nei secoli dei secoli, affinché sia ogni onore e gloria nelle altezze a Dio, creatore onnipotente, e sulla terra sia pace agli uomini di buona volontà! Assai magnifico è questo Re pacifico, al di sopra di tutti i re dell’universo intero, Signore Dio, nostro Creatore, Redentore e Salvatore, Consigliere e nostro ammirabile Legislatore!”