Diocesi
Ritornano sull’altare i ministranti dell’83
A Sant'Aniello lo scorso 21 ottobre la festa con tutta la comunità
La parrocchia è una grande famiglia, la famiglia delle famiglie, è la casa comune del popolo di Dio, e rappresenta il Corpo del Suo diletto Figlio, Gesù Cristo. E’ Abitata dai fedeli, preferibilmente del territorio di giurisdizione canonica, chiamati dal suono della campana, per le celebrazioni e la cura dei servizi inerenti la pastorale; la si vive umanamente e cordialmente, con lo spirito di festa, soprattutto nell’attesa di partecipare, attorno all’altare, al mistero della Pasqua di nostro Signore Gesù. Il pensiero orante effonde sensazioni di gioia e di speranza, richiama fatti e personaggi di vita vissuta, nell’attesa dello “spezzare” il Pane della Parola ed il Pane Eucaristico, dello scambio del dono della pace, del cibo di vita eterna.
L’evento di oggi, 21 Ottobre 2018, registratosi nella Parrocchia di S.Aniello, in Cosenza, con la sua singolarità, ha catalizzato, con un ulteriore supplemento di partecipazione, con evidente percezione di festa, lo sguardo all’Altare. In una liturgia festiva domenicale son tornati, sul Presbiterio, i Ministranti del 1983, emozionati e, con addosso “la veste” di allora; tra loro presenti i fratelli Francesco e Luca Carlomagno, Nicola, Daniele e Fabio Batta, Francesco e Antonio Catizone. Di particolare rilevanza si è registrata una sorta di staffetta familiare, tra Luca Dodaro,che ringrazio per la collaborazione nella stesura di questo scritto, ministrante dell’83 ed i figli Francesco e Pierpaolo, oggi attivi e dinamici ministranti giovanissimi. Lo sfondo scenico che loro offrivano con una presenza composta ed attenta, appariva incastonato in una cornice variopinta di fiori, posta in risalto dalla nuova tinteggiatura delle pareti interne alla Chiesa, parte finita degli impegnativi lavori di assestamento e di messa in sicurezza di tutto il complesso parrocchiale, voluti con decisa determinazione dal Parroco don Salvatore Fuscaldo e dal vice parroco don Franco Staffa. In quel remoto anno liturgico dell’83, si celebrava la prima vestizione dei ministranti, nella storia del popolo di Dio che è nel territorio della Parrocchia di S.Aniello. I sacerdoti erano Don Ciccio Miceli, parroco, Don Giovanni Gervino, di felice memoria, mentre gli educatori erano Don Amedeo Ruggeri, Pasquale Zoroberto e suor Grazia Abbate.
La cura dedicata all’intera liturgia eucaristica ad opera dei perfetti chierichetti d’un tempo, aperta da Arcangelo Monetti, con il messaggio di appartenenza, sotto l’esperta guida del celebrante, Parroco don Salvatore, ha toccato momenti di commozione, espressamente anche da lui dichiarati. Il bambino che domanda alla mamma: “cosa fa papà lì, insieme ai suoi amici ed al prete”, racchiude tutto il senso della festa, diligentemente e accuratamente svoltasi, con estremo ordine ed in totale rispetto della liturgia.
Cosa fa quel papà? Fa che sa essere un uomo convertito, un cattolico che riscopre le sue radici formative, le apprezza, tanto da volerne dare testimonianza ai propri figli, alle proprie consorti. A volte da tante parole può scaturire, in termini di fede, un riluttante rifiuto, basta invece un piccolo esempio di coerenza per iniziare il percorso nella strada del Cristo Risorto.” I primi catechisti sono i genitori, ha commentato don Fuscaldo. Sappiate amici ministranti del 1983, che la voce di Dio vi chiama attorno all’Altare, come testimoni della fede in Cristo. Questa chiesa vi lascia le porte aperte, ha bisogno della vostra presenza corale, come oggi, con le vostre spose, i vostri figli, i vostri amici; tutti presenti, festosi, con il cuore pieno di gioia. Al termine della messa don Salvatore ha rivolto un saluto ai soci dell’Associazione volontari Ospedalieri, presenti nella coincidente ricorrenza della giornata Nazionale A.V.O.
In conclusione Francesco Catizone ha letto la “Preghiera dei ministranti”. Cose da libro “Cuore”? No!Il ritorno è uno dei punti focali della vita, fondamentale per la cristianità e la storia della Chiesa. Risponde altresì ad una esortazione ricorrente di S.E. Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Mons.Francesco Nole’. La sua voce, in tal senso, è stata avvertita in una sua recente celebrazione, proprio qui nella Chiesa di S. Aniello, ma particolarmente nel corpo del recente Convegno Pastorale Diocesano. Il riferimento esplicito è stato indirizzato soprattutto alla sensibilità degli adulti, che rappresentano il vero problema. Con le loro esperienze di vita e di maturità di fede, dovrebbero assumere, responsabilmente , un ruolo di efficace testimonianza, verso le nuove generazioni, che vanno accolte, ascoltate, capite, sostenute, indirizzate.
Già da tempo si sono riscoperte le rimpatriate. Ci si incontra tra ex compagni di scuola, tra ex colleghi d’ufficio, tra coscritti. Il ricordo del tempo passato insieme, seppur talora espresso con sentimenti di amarcord, fa gruppo, intesa, stima, recupero di identità, amorevole ricordo di chi non è più. Sarebbe cosa giusta ed opportuna che i rev.mi sacerdoti, tra le tante iniziative, promuovessero, tra i propri fedeli, l’incontro dei ministranti dei tempi passati, perché no anche tra i nonni che hanno servito, con dovizia, il sacerdote all’Altare. (Pino Scordino)