Missione e servizio per la solidarietà

L'impegno dell'Associazione Nazionale per Tutte le Età Attiva per la Solidarietà (ANTEAS) presente a Cosenza dal 2007 al servizio di chi ha bisogno

Quante persone leggeranno questa pagina? Non è certo per vanità che mi faccio questa domanda. In effetti più che il numero vorrei sapere chi sono, cosa fanno, che età hanno, come finora hanno vissuto la propria vita e ha che punto della loro storia sentono di essere in questo momento. Si, perchè, più che una vita, esistono tante vite, tenute insieme da un filo invisibile che collega quei pezzi di storia che contraddistinguono le diverse fasi che attraversiamo durante la nostra esistenza. E non si tratta solo di momenti anagrafici (infanzia, adolescenza, gioventù… che certamente differenziano il nostro cammino) ma ancor di più delle esperienze che realmente ci segnano, che ci fanno sentire che qualcosa è cambiato, che abbiamo intrapreso una nuova strada, che un’altra fase è iniziata. Ognuno di noi, se chiamato in causa, riuscirebbe forse a tracciare quei momenti che hanno determinato l’avvio di una fase nuova, alcune volte inaspettata, altre volte attesa, ma mai del tutto programmata.

A ispirare questa introduzione è stato l’incontro con i protagonisti che animano l’Associazione Nazionale per tutte le Età Attiva per la Solidarietà di Cosenza impegnati a dare nuovo slancio ed entusiasmo all’ennesimo “pezzo di storia” che la vita gli ha posto innanzi. Infatti, ognuno di loro, volontario dell’associazione, con alle spalle tante vite, fatte di storie ed esperienze diverse, si è trovato a vivere questo nuovo pezzo di storia della sua vita, nel segno della solidarietà e dell’aiuto verso il prossimo.

A corroborare quanto detto finora è il racconto del presidente provinciale Benito Rocca, il quale, dopo una vita di lavoro, nel 2004 venne coinvolto dal sindacato pensionati della Cisl di cui faceva parte a intraprendere una nuova strada che avrebbe portato alla nascita della sezione provinciale dell’Anteas qui a Cosenza. “L’Anteas era già attiva in campo nazionale dal 1996; qualche anno prima ero andato in pensione, a soli 56 anni, e subito entrai a far parte del sindacato dei pensionati della Cisl. Venni subito invogliato a interessarmi di questa cosa. Si trattava di un settore nuovo, ma fin da subito mi sono sentito molto motivato ad intraprendere questa nuova esperienza”. Fu così che nel 2004 venne formalmente costituita l’associazione che, dopo un periodo di assestamento reso necessario per la ricerca di una sede stabile e organizzare tutto quanto il necessario, nel 2007 iniziava a operare nel territorio. “Oggi nonostante il ritardo accumulato rispetto ad altre realtà presenti in Italia – ci tiene a precisare il presidente – e grazie al lavoro svolto, siamo molto soddisfatti di quello che siamo riusciti a fare. Quando abbiamo iniziato c’erano solo quattro mura. Ora la sede è viva, ci sono cartelle, computer, vuol dire che si lavora, che si fanno progetti. Sento di poter dire che abbiamo recuperato il tempo perso”. Infatti l’Anteas di Cosenza è fortemente impegnata in decine di progetti che, facendo fede a quelle che sono le finalità per le quali è nata, cercano di dare sostegno, aiuto e conforto a quanti si trovano in difficoltà. Forte dei suoi 150 associati nella sola sede provinciale di Cosenza, l’Anteas cittadina riesce a occuparsi di prevenzione e tutela della salute, assistenza nelle situazioni di solitudine e di malattia, segretariato sociale, assistenza domiciliare e promozione di attività culturali.

Innanzitutto, avendo cominciato ad avere qualche disponibilità economica proveniente dal 5xmille, – ci racconta ancora il presidente Rocca – abbiamo deciso di dotarci di una macchina che ci consente servire alcune famiglie che, avendo familiari allettati, hanno bisogno di rifornirsi di medicinali al deposito dell’Asl”. A tal proposito vogliamo richiamare l’attenzione su quanto ci è stato rivelato dai responsabili dell’Anteas circa la lunga attesa per la firma sulla convenzione con il distretto di assistenza domiciliare di Cosenza, che consentirebbe ai volontari dell’associazione di poter servire, senza alcun onere per il distretto se non la normale fornitura dei medicinali, ben cinque famiglie del territorio. Auguriamoci quindi che anche questo servizio trovi un rapidissimo avvio.

Altro settore, nel quale la sede provinciale cosentina è fortemente impegnata, è la distribuzione di alimenti del banco alimentare. “Sono 87 le famiglie servite, segnalate dai parroci e dagli assistenti sociali – precisa il presidente –; e visto cha il Banco Alimentare non riesce a darci gli alimenti per tutti, noi, ogni mese, grazie ancora ai proventi del 5xmille, compriamo quello che manca”. Considerando che tutte le attività dell’associazione hanno il doppio scopo di far socializzare e partecipare gli anziani e, ancor di più, di offrire diversi servizi, l’Anteas è impegnata in corsi di alfabetizzazione informatica in collaborazione con l’Istituto Tecnico Industriale di Cosenza A. Monaco, con i nonni vigili fuori dalle scuola, a Rossano (dove è presente una sede territoriale dell’Anteas) e Corigliano, e nella sede territoriale di Luzzi dove periodicamente si svolgono corsi di formazione.

Importantissimo ancora l’impegno per rendere operativo un ambulatorio per la medicina di base all’interno dell’Oasi Francescana dove un medico volontario dell’Anteas presta la sua opera alcuni giorni durante la settimana e, il costante tentativo di apertura a volontari giovani, ragazze e ragazzi che con la loro freschezza, unita all’esperienza dei volontari più anziani, potrebbero contribuire a far fioririre un altro bel pezzo di storia.

 

L’INTERVISTA

Nella sede provinciale dell’Anteas a Cosenza, il presidente Benito Rocca, ci ha tracciato un puntuale bilancio delle attività svolte dalla sua associzione e alcuni programmi per il prossimo futuro.

La vostra associazione ha come scopo quello di perseguire finalità di carattere civile, sociale e culturale. In che modo lo fate?

Cerchiamo di mettere in atto delle iniziative che coinvolgono i nostri soci, che promuovono l’incontro tra gli iscritti e il mondo esterno, che incoraggiano la formazione per restare sempre aggiornati su un mondo che è in continua evoluzione. Ma, in ultima istanza, la cosa essenziale è poter essere utile a chi veramente ha necessità di assistenza; è questa la nostra missione e anche la nostra maggiore gratificazione.

In che modo camminano insieme terza età e solidarietà?

Intanto essere pensionato ti consente di avere un minimo di autonomia in più, perché hai più tempo e un bagaglio di esperienze da mettere a disposizione. Nel contempo chi da questa solidarietà lo fa per due motivi: innanzi tutto per uscire dal proprio intimo e per dare continuità alla sua vita; poi per sentirsi realizzato dando un concreto aiuto alle persone più disagiate. In qualche modo l’anziano, per tutta questa serie di motivi, in alcuni casi è maggiormante predisposto ad essere solidale con il prossimo.

La vostra associazione è impegnata in diverse attività. In quale vi sentite più efficaci ed in quale cercare di rendervi più presenti?

Rispetto alle potenzialità che ha questa associazione, avendo una buona capacità di progettazione e avendo la possibilità di avere anche parte delle risorse economiche che sono necessarie per poter partecipare ai progetti, siamo abbastanza operativi, ma ci sono sempre settori nei quali bisogna migliorare. Per esempio, in futuro, dovremmo puntare maggiormente sulla promozione sociale coinvolgendo e creando altre iniziative assistenziali, come, per esempio, quella del farmaco a domicilio. Anche sulla promozione della cultura possiamo fare tanto, vorremmo promuovere l’università degli anziani, pensata in maniera diversa dall’università della terza età che già esiste.

Fra gli scopi dell’Anteas c’è quello di riscoprire il ruolo attivo della persona anziana.

La pensione segna un momento importante nella vita delle persone: c’è chi si chiude, chi stenta a trovare una soluzione vera su come utilizzare il tempo e di come dare agli altri parte dell’esperienze maturata. Noi siamo molto impegnati a lavorare su questo aspetto, cercando e trovando soluzioni adatte a motivare e a rendere gli anziani sempre più attivi, facendo in modo che possano contribuire a far crescere sempre di più il volontariato della terza età. Ciò contribuisce alla loro valorizzazione e, soprattutto, all’aiuto concreto che si riesce a dare a chi ne ha bisogno.