Nati con il compito di educare

Da venticinque anni l'Associzione Genitori di Rende è impegnata al fianco di genitori e ragazzi con numerose iniziative nelle scuole e nella parrocchia

Spesso per descrivere alcuni lavori importanti e delicati, ma apparentemente meno visibili, prendiamo in prestito quella che un tempo era una frase usata solo nel mondo dello spettacolo. Infatti – “lavorare dietro le quinte” – è entrata nel nostro gergo quotidiano per indicare l’importanza del lavoro svolto da qualcuno che, per necessità o per sua scelta, non vuole apparire, ma contribuire in maniera concreta nel realizzare qualcosa. Quindi, come a teatro diventa essenziale allestire la scenografia, preparare i costumi, truccare gli attori e sistemare le luci, per quanti si prodigano ad aiutare il prossimo nel variegato e affascinante mondo del volontariato, preparare “la scena” significa creare contatti, elaborare progetti, stabilire relazioni e mettere a disposizione, gratuitamente e spontaneamente, tempo, capacità e risorse. Questo lavoro però, a differenza del teatro dove alla fine dello spettacolo anche scenografi e costumisti escono a raccogliere i loro meritati applausi, viene fatto senza pretendere nulla in cambio, il più delle volte con quello spirito cristiano che ti fa diventare servo del prossimo, facendoti restare “nascosto” dietro le quinte, conscio del fatto che donando si riceve sempre molto di più in cambio e che il lavoro vero, quello fatto con il cuore, per essere apprezzato non ha bisogno di un palcoscenico o dello scroscio degli applausi. Questa breve introduzione mi è stata in qualche modo suggerita dall’incontro con la signora Carmela Anselmo Mastroianni, da un quarto di secolo presidente dell’Associazione Genitori di Rende. Un lavoro lungo una vita, quello fatto con l’associazione, rivolto all’educazione dei ragazzi, svolto con passione e impegno, ma sempre con discrezione e senza squilli di tromba, seminando con cura e raccogliendo anno dopo anno risultati e qualche sconfitta, ma sempre pronto a rilanciare l’azione educativa proponendo sempre nuove sfide.

L’Associazione Genitori nasce in Italia nel 1968 ispirandosi ai valori della Costituzione, della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Fanciullo e dell’etica cristiano, con lo scopo di partecipare alla vita sociale per fare della famiglia un soggetto politico attivo. L’A.Ge opera, infatti, sostenendo la responsabilità educativa dei genitori, promuovendone la cittadinanza sociale e richiamando al diritto-dovere educativo della famiglia nella scuola, nei media, nelle istituzioni e nella società.

Quella dell’associazione di Rende ha una storia di poco più recente essendo nata nel 1987. “All’epoca insegnavo nelle scuole elementari di Villaggio Europa – ci racconta la presidente – una circolare del ministero ci invitava a partecipare al ‘Premio Bontà’. Nella nostra scuola scegliemmo una bambina ‘costretta’ a sostituire la mamma, impegnata con il lavoro, nell’accudire il padre costretto a letto in seguito a un incidente stradale. La sua serenità nell’affrontare la situazione ci spinse a presentare la sua storia. Vincemmo il concorso e ci fecero incontrare anche il presidente Pertini insieme con la mamma dell’alunna, al sindaco e al direttore della scuola”. Questa vicenda fece da preludio all’incontro a Roma con un’ispettrice dell’A.Ge, la quale rimase colpita dall’impegno della maestra e le propose di continuare la sua azione educativa al di fuori delle sole mura scolastiche, coinvolgendo altri genitori e insegnanti disposti a impegnare il proprio tempo e le proprie capacità nell’educazione degli studenti presenti nelle scuole di tutto il territorio. Da lì i primi passi mossi dall’associazione, guidati, in una prima fase, dall’attenta e vigile presenza dell’A.Ge nazionale, che per i tre anni successivi propose un ciclo di incontri di formazione curati da una ispettrice che ogni quindici giorni si recava a Rende per preparare i nuovi volontari. Da allora partì un incessante ciclo di attività mirate a coinvolgere i ragazzi delle diverse istituzioni scolastiche presenti nel territorio cittadino. “Per esempio ogni anno – ci spiega la presidente Carmela Anselmo – puntiamo a sviluppare alcune tematiche attraverso un concorso letterario all’interno delle scuole di Rende. Questo ci serve a leggere l’animo dei ragazzi e a capire meglio su quali aspetti puntare con più forza. L’anno scorso abbiamo parlato di educazione permissiva e autoritaria, poi ancora dei pericoli legati all’utilizzo di internet, del rapporto generazionale e tanti altri”. Una volta raccolti i risultati si va nelle scuole con un esperto del settore per incontrare i ragazzi e approfondire le tematiche insieme a loro. Inoltre gli elaborati più belli vengono premiati, in base alla disponibilità, con piccole borse di studio o con delle targhe. “É comunque difficile premiare il migliore – ci tiene a precisare la presidente – perché i ragazzi, a differenza di quello che si pensa, sono profondi e maturi, sono critici”.

Per curare l’incontro diretto con le famiglie vengono promosse attività sportive come le partite di calcio genitori-figli, in occasione delle Giornata Europea della Scuola, e la maratona Lucia Mannella in ricordo di una educatrice dell’Azione Cattolica di Rende.

Altro momento importante per le attività dell’associazione è il “Concorso Canoro” organizzato in occasione della festa di Maria SS. di Monserrato. Attraverso una circolare inviata alle scuole cittadine si invitano i docenti a individuare i ragazzi con inclinazione per la musica, il canto e il teatro. Così anche la festa diventa un modo per cooperare con la parrocchia, per avvicinare genitori e figli a vivere nella Chiesa e curare la propria Fede, che sempre più dovrebbe diventare fonte primaria della nostra educazione.

 

INTERVISTA ALLA PRESIDENTE

  

Quella di Carmela Anselmo Mastroianni è stata una vita dedicata all’educazione. Una carriera da maestra elementare, passata tra i banchi di scuola a lavorare ed educare centinaia di piccoli studenti. Tutto questo non è però bastato a colmare la sua voglia di guidare e istruire ragazzi e genitori facendola diventare da ben venticinque anni presidente dell’Associazioni Genitori di Rende. In questa breve intervista i ricordi e le attività legati alla sua lunga esperienza da presidente.

Quest’anno celebrate i venticinque anni di attività. Quali sono i ricordi e i sentimenti che affiorano ripercorrendo la storia dell’associazione?

Sentimenti e ricordi molto belli, perché quando si hanno contatti e rapporti con i ragazzi si riescono a fare sempre cose magnifiche. Siamo soddisfatti del tanto lavoro fatto; è bello spendersi per l’educazione. Quando puoi dare, anche se si riceve molto in cambio, è un arricchimento continuo.

Crede di aver più dato o ricevuto?

Ricevuto, senza dubbio, perché i ragazzi ti danno tanto e ti aprono porte che nemmeno immaginavi esistessero. I giovani sono il futuro, la freschezza.

Quello dell’educazione nelle scuole e con le famiglie è un ambito delicato e, per certi versi, difficile. In che modo avete operato? Quali aspetti avete maggiormente curato?

Abbiamo cercato di interessarci della famiglia a 360°. Il rapporto genitori-figli, con nonni, tra fratelli, curando ogni aspetto compreso il delicato rapporto generazionale. Anche se ogni anno abbiamo affrontato una tematica specifica, nel corso della nostra lunga attività, abbiamo toccato quasi tutte le diverse tematiche che riguardano la famiglia, approfondendone i contenuti grazie all’aiuto di esperti del settore.

Un quarto di secolo è un bel pezzo di storia. Come intendete celebrarlo?

Mi sto dedicando a raccogliere tutto il materiale riguardante le diverse attività svolte durante questi anni. Vorrei tirarne fuori un libro che racconti la nostra storia. Sarebbe il modo più bello per festeggiare.

Sentite di avere la giusta attenzione da parte dei genitori e delle scuole per il lavoro che fate?

Le scuole rispondono bene; i genitori, che sarebbero i soggetti interessati, molto di meno. Spesso si interessano soltanto in occasione delle premiazioni, ma seguono poco le nostre attività. D’altronde se il processo educativo ricevesse più attenzione credo che avremmo molti meno problemi da questo punto di vista. Il nostro lavoro ricade in un ambito molto delicato e spesso ci capita proprio che quelle famiglie che avrebbero più bisogno di aiuto rispondano di meno.