Accogliamo Gesù come nostro liberatore
La parola chiave di questa settimana è osanna
La parola chiave di questa domenica è osanna. È l’espressione di lode e salute a Dio, il grido di gioia ed esultanza con il quale Gesù viene accolto a Gerusalemme. È l’inno che la Chiesa fa risuonare all’inizio della settimana santa, nella celebrazione della domenica delle Palme. Letteralmente questa invocazione ebraica significa ‘salvaci’. La liturgia l’adopera nel canto dal Santo, quando l’assemblea sta per accogliere Gesù presente nell’Eucaristia. La folla di Gerusalemme accoglie così Gesù come proprio liberatore, ma forse non ha ben colto come e da cosa Gesù vorrà liberarli. Con questa parola anche noi desideriamo accogliere il Signore Gesù per seguirlo lungo le strade di Gerusalemme. Tuttavia, dobbiamo avere un consapevolezza: questo inno di giubilo, che invoca salvezza, ha una sua meta, senza la quale non è possibile seguire veramente il Signore. Osanna non è solo preludio di gioia e gloria, ma indica anche lo stile con il quale Gesù è venuto a rendere partecipe l’umanità della sua vittoria. Osanna ci rimanda alla Croce dalla quale Gesù sarà riconosciuto Figlio di Dio e attraverso la quale tutti gli uomini potranno gustare la bellezza di diventare figli di Dio. La Chiesa dà iniziò alla settimana centrale dell’anno liturgico con questo canto ponendo ai fedeli una domanda: “Tu che acclami Gesù con l’osanna, hai veramente bisogno di salvezza?” Il canto dell’osanna dovrebbe risvegliare in noi il desiderio di lasciarci raggiungere dalla salvezza che Cristo offre al mondo dalla Croce. Osanna è per noi l’ago che orienta il nostro cammino accanto a Gesù sulla via della Croce. È importante chiedersi con quale animo decidiamo di celebrare la Pasqua di passione, morte e resurrezione di Gesù. Con l’osanna la Chiesa ci parla di salvezza, ma noi da cosa dovremmo essere salvati? Cari amici, lungo il cammino di Gesù si accalcano tante persone, che lo seguono con diverse motivazioni: c’è la folla incuriosita, ci sono le donne che piangono senza coglierne il motivo vero, ci sono i soldati costretti ad eseguire gli ordini di Pilato, c’è il Cireneo che per caso si trova lungo quella strada, ci sono gli apostoli che da lontano, con gran timore, seguono Gesù e poi c’è Maria che non lascia neanche per un istante suo figlio. Lei sola rimarrà ai piedi della Croce, insieme all’amore di un solo discepolo. E noi? Dopo aver cantato osanna, come volgiamo seguire Gesù e fin dove desideriamo spingere i nostri piedi?