Epifania: strada di gioiosa conversione

La parola chiave dell'Epifania è gioia che, per i cristiani, è frutto dello Spirito Santo, come ci ricorda Paolo nella lettera ai Galati

La parola chiave dell’Epifania è gioia. Una parola che spesse volte accostiamo come sinonimo di felicità. Tuttavia, tra la gioia e le felicità c’è una sostanziale differenza. La felicità è legata, come rivela la sua etimologia, a qualcosa di esterno che è prodotto e suscita allegrezza. Senza questo elemento non si sperimenterebbe la felicità. La gioia, invece, è un movimento o stato d’animo che commuove profondamente. La gioia si sperimenta nell’intimo e difficilmente passa a causa di fattori esterni. La gioia per i cristiani è frutto dello Spirito Santo, come ci ricorda Paolo nella lettera ai Galati. La gioia è l’emozione provata dai Magi nel riveder la stella, che li aveva guidati dal bambino Gesù. Un desiderio ha animato e guidato il loro lungo viaggio, e malgrado le difficoltà sono giunti alla meta. Ma le loro strade non si fermano dinanzi alla grotta di Betlemme. Nei loro occhi rimane impressa la fonte della vera gioia: Gesù adagiato nella mangiatoia. Si nutrono del Verbo fatto carne. Lo adorano e carichi di gioia intraprendono un altro percorso, che li renderà testimoni di quanto hanno visto. Tutto ciò avviene anche in noi ogni qualvolta partecipiamo ai divini misteri. C’è una stella, un desidero profondo, che spinge i nostri passi verso la mangiatoia permanente che è l’altare delle nostre Chiese, dinanzi al quale possiamo adorare Gesù presente nell’Eucaristia. Poi, una volta ricolmati di gioia, come i Magi siamo chiamati ad intraprendere strade diverse, non per la meta, ma per lo stile. Cari amici, giunti al termine di questo tempo di grazia, proviamo a porci alcune domande: quale stella, cioè quale desiderio motiva il nostro cammino verso Gesù? Come i magi, sentiamo nel cuore la gioia di sostare dinanzi a lui? Siamo capaci di percorrere vie nuove lungo le quali vivere nella gioia, segno di un’autentica conversazione? Per intercessione dei santi Magi, chiediamo la grazia di non stancarci mai di inseguire la giusta stella che porta a Cristo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 2,1-12 Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.