Far entrare la luce calda della grazia
La parola chiave di questa settimana è trasfigurare
La parola chiave della seconda domenica di Quaresima è trasfigurare. Il significato è immediato: oltrepassare la propria figura, ovvero il proprio aspetto. Il correlativo opposto a questa parola è sfigurare, che vuol dire perdere o peggiorare l’aspetto. Figura non sta per realtà apparente, ma in questo contesto indica l’intera persona. Trasfigurare può significare anche far emergere le potenzialità migliori di sé, ancora non nettamente manifestaste. L’episodio dalla trasfigurazione è collocato dai vangeli sinottici in un punto di svolta della vita di Gesù, i cui passi sono ormai orientati verso Gerusalemme. La tradizione della Chiesa offre questo brano sempre nella seconda di Quaresima: dopo aver presentato la vita di fede come un combattimento spirituale contro le seduzioni del male, ora ci mostra a cosa siamo destinati al termine del nostro cammino. Sul monte Gesù è rivestito completamente della grazia di Dio che rende luminosa la sua persona. Il maestro vuole rassicurare anticipatamente i suoi discepoli che lo vedranno sfigurato sulla Croce a causa del peccato degli uomini. Se la grazia di Dio trasfigura, il peccato e il male sfigura la vita dell’uomo. Il peccato abbrutisce l’uomo, ed ha come immediata conseguenza la perdita dell’immagine bella di Gesù, impressa in noi mediante il battesimo. Per i discepoli l’esperienza della trasfigurazione è un segno eloquente di speranza, che serve a non ridimensionare la fede in un Dio che non abbandona mai nelle difficoltà. Che senso assume per noi questo brano? È evidente che ogni giorno tocchiamo con mano esperienze che trasformano la nostra vita in bellezza, rendendola luminosa, e altre che ci sfigurano nella bruttezza della insipidità. Il Vangelo ci mostra la via per illuminarci d’immenso: l’ascolto della Parola di Dio, cui rimanda la presenza simbolica di Elia, e la legge dell’amore, testimoniata da Mosè, che rende incarnata la Parola ascoltata. Ma vi sono anche altre strade che ci aprano alla bellezza: tutte quelle che hanno il profumo di Dio e dell’amore. Cari amici, la Quaresima è il tempo per far entrare la luce calda della grazia nella nostra vita, per essere uomini e donne della bellezza per cui siamo stati creati. Chiediamo la grazia al Signore di vivere concretamente il desiderio di rimanere sempre nella luce ed evitare le occasioni di tenebra. Allora domandiamoci: cosa concretamente nutre la mia bellezza? Cosa favorisce in me la manifestazione del volto di Gesù nella mia vita?
Mc 9,2-10Questi è il Figlio mio, l’amato
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.